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Shutdown USA: lo stallo continua e scadenze cruciali di novembre si avvicinano

Shutdown USA: lo stallo continua e scadenze cruciali di novembre si avvicinano

Al Congresso non si registrano passi avanti e lo shutdown federale negli Stati Uniti dura ormai da quasi un mese. Novembre presenta alcuni appuntamenti critici e può diventare un punto di svolta.

Negli Stati Uniti lo shutdown del governo federale prosegue ormai da quasi un mese, senza che si intravedano soluzioni concrete. È il secondo più lungo nella storia americana e, se non arriverà un accordo nei prossimi giorni, rischia di diventare il più esteso di sempre.

Lo scontro politico resta acceso. Da una parte i democratici chiedono che ogni misura di finanziamento includa l’estensione dei sussidi sanitari legati alla Affordable Care Act (l’“Obamacare”), per evitare che milioni di famiglie vedano aumentare i costi dell’assicurazione sanitaria. Dall’altra i repubblicani, che controllano la Camera, insistono per riaprire il governo senza condizioni aggiuntive. Al Senato, dove servono voti bipartisan, le trattative si sono arenate e nessuno dei provvedimenti finora proposti è riuscito a superare il voto.

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La pressione però cresce. Molti osservatori politici ritengono che l’inizio di novembre sarà un passaggio cruciale per tre motivi ben precisi.

Il primo riguarda le forze armate. Alla fine del mese i militari in servizio attivo rischiano di non ricevere la loro prima busta paga dallo scoppio della crisi. Donald Trump ha accennato alla possibilità di “spostare fondi” per coprire temporaneamente le spese e rimandare la scadenza al 15 novembre, ma non è chiaro se la misura sia legale né se i soldi basteranno davvero.

Il secondo punto critico è l’assicurazione sanitaria. Il 1° novembre si apre infatti il periodo di iscrizione ai piani dell’Affordable Care Act, un tema centrale nello scontro politico. Senza nuovi finanziamenti, i premi potrebbero salire sensibilmente, e i democratici spingono per prorogare i sussidi straordinari introdotti durante la pandemia. L’impasse sul bilancio è quindi anche una battaglia sulla sanità, uno dei temi più sensibili per l’elettorato.

Il terzo rischio riguarda il programma di assistenza alimentare SNAP, che garantisce buoni pasto a milioni di famiglie americane. Il Dipartimento dell’Agricoltura ha già avvertito che, senza fondi, il programma verrà sospeso in almeno 25 Stati a partire da novembre. Sarebbe una conseguenza sociale pesantissima, con ripercussioni dirette su chi vive già in condizioni di fragilità economica.

Sul piano economico generale, ogni giorno di chiusura costa miliardi di dollari in mancati stipendi, servizi sospesi e dati economici non pubblicati. Gli esperti ricordano che shutdown prolungati hanno in passato rallentato la crescita del PIL, anche se parte delle perdite tende poi a essere recuperata in tempi relativamente veloci. Occorre anche ricordare che per molte categorie di lavoratori la busta paga si alleggerisce ma non si azzera per alcuni mesi, limitando l’impatto sui consumi.

Ma più il blocco dura, più la ferita si allarga. E con le scadenze di novembre ormai alle porte, Washington dovrà scegliere in fretta se trovare un compromesso o affrontare un inverno politicamente ed economicamente complicato.

Foto di filmteam

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