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Stati Uniti e il peso del debito pubblico: l’ultimo alert di Ray Dalio

Per Ray Dalio l’elevato debito pubblico degli Stati Uniti non è solo una minaccia alla stabilità finanziaria del paese, ma rischia di compromettere l’ordine monetario globale.

Gli Stati Uniti rischiano di perdere quell’aura di affidabilità conquistata agli occhi degli investitori negli ultimi decenni. Leggendo questa frase, a molti verrà subito in mente la figura di Trump e della sua politica economica, in certi versi spregiudicata. Tuttavia, i problemi di credibilità degli Stati Uniti hanno origini più profonde e un nome preciso: il debito pubblico.

Chi parla di debito da molto tempo è senza dubbio Ray Dalio. Durante il FutureChina Global Forum a Singapore, il fondatore di Bridgewater Associates ha spiegato che l’eccessivo indebitamento pubblico statunitense minaccia non solo la stabilità finanziaria, ma anche la posizione di potenza mondiale degli USA. Dalio ha inoltre sottolineato che, per diverse ragioni, gli Stati Uniti non riescono a ridurre la spesa pubblica, con il rischio di compromettere l’ordine monetario globale.

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Le affermazioni di Dalio sono confermate dai numeri: gli USA spenderanno 7 trilioni di dollari nel 2025, mentre ne incasseranno solo 5, generando un disavanzo di 2 trilioni. Considerando gli interessi sul debito esistente e il rifinanziamento dei titoli in scadenza, sarà necessario emettere circa 12 trilioni di dollari in nuovi titoli. Si tratta di un’offerta di debito enorme, a cui non è scontato che corrisponda una domanda equivalente. Per questo motivo, gli Stati Uniti hanno raggiunto un punto critico che potrebbe mettere in discussione la supremazia del dollaro come valuta di riserva mondiale.

Dalio ha ricordato che, sebbene l’amministrazione Trump stia cercando di affrontare questi problemi, non sono stati forniti dettagli concreti sulle misure adottate. L’apporto che si può ottenere dai dazi rimane marginale, e ricorrere alla Fed per ottenere liquidità sarebbe estremamente rischioso.

In risposta a questa situazione, Dalio ha consigliato agli investitori di diversificare i portafogli includendo circa il 10% in oro, poiché le valute fiat — monete senza valore intrinseco, il cui valore si basa sulla fiducia nello Stato che le emette — potrebbero perdere il loro ruolo di riserva di valore. In questo contesto, oro e criptovalute stanno diventando sempre più rilevanti come strumenti di conservazione della ricchezza e mezzi di scambio.

Sulla questione debito, quella di Dalio non è l’unica voce che si è alzata dagli ambienti finanziari. Jeffrey Gundlach – DoubleLine Capital – ha sostenuto l’acquisto di oro come copertura contro l’inflazione e il declino del dollaro statunitense, suggerendo agli investitori di allocare fino al 25% dei loro portafogli in oro. David Einhorn – Greenlight Capital – ha evidenziato il ruolo dell’oro come copertura a lungo termine contro le politiche fiscali e monetarie aggressive degli Stati Uniti. BlackRock ha adottato una posizione neutrale sui Treasury statunitensi a lungo termine, prevedendo che i tassi di interesse possano diminuire nel breve termine, ma mantenendo cautela a causa delle pressioni strutturali come la politica fiscale espansiva.

Segnali che evidenziano una crescente preoccupazione tra i leader finanziari riguardo alla sostenibilità del debito pubblico degli Stati Uniti e alle potenziali implicazioni per l’economia globale.

Foto di Michael Kauer

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