Troppo spesso, oramai, associamo la rivoluzione digitale, quello che sintetizziamo come il mondo della rete, a episodi negativi, dimenticando le potenzialità che la tecnologia offre in tema di diritti e di inclusione. Sta emergendo, ad esempio, un legame interessante e tutto da approfondire tra partecipazione delle donne alla politica e innovazione digitale. Di cosa stiamo parlando? Vediamolo assieme.
Cosa succede quando una comunità, fino a quel momento isolata dal mondo digitale, ottiene improvvisamente accesso a internet? Uno studio di Sophie Hatte, Jordan Loper e Thomas Taylor, pubblicato dal CEPR e condotto in Repubblica Democratica del Congo, ci offre una risposta sorprendente: più donne entrano in politica.
Nel 2012, una compagnia telefonica ha espanso la copertura 3G in alcune aree della RDC, creando un’opportunità unica per i ricercatori: osservare cosa cambia quando l’accesso digitale arriva in territori dove prima era assente. Il team di economisti ha confrontato le zone che hanno ricevuto la copertura con quelle rimaste escluse, concentrandosi su un aspetto specifico: la rappresentanza politica femminile.
I risultati sono chiari e interessanti. Nelle aree coperte dal nuovo segnale mobile, la probabilità che una donna fosse eletta in un consiglio comunale è aumentata di circa 5 punti percentuali rispetto alle zone senza copertura. Un balzo notevole, in un contesto dove la presenza politica delle donne è spesso limitata da fattori culturali, sociali ed economici.
Ma come può l’accesso a internet influenzare la partecipazione femminile in politica? Gli autori dello studio hanno individuato tre meccanismi chiave:
- Informazione: grazie alla connessione internet, più donne sono venute a conoscenza delle opportunità politiche disponibili, delle modalità di candidatura e delle dinamiche elettorali locali.
- Mobilitazione: le piattaforme digitali hanno permesso la nascita o il rafforzamento di reti di supporto, gruppi civici e movimenti che sostengono la partecipazione femminile.
- Visibilità: internet ha fornito alle candidate uno spazio per raccontarsi, parlare direttamente agli elettori e costruire consenso, in un contesto dove i media tradizionali spesso ignorano le voci femminili.
Questi risultati non solo mostrano il potenziale trasformativo della connettività digitale, ma mettono in evidenza quanto l’accesso alla tecnologia possa essere un fattore di empowerment, soprattutto per gruppi storicamente esclusi dai processi decisionali.
Lo studio suggerisce anche una raccomandazione politica chiara: espandere la rete non basta, serve accompagnare la connettività con programmi mirati di alfabetizzazione digitale, sensibilizzazione e supporto all’empowerment femminile.
In sintesi, portare internet dove prima non c’era può significare molto più di connessioni più veloci: può cambiare chi decide e per chi si decide.
Foto di Tung Lam