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Fotografia dei mercati finanziari di ottobre 2025: l’azionario prosegue al rialzo, occhio a inflazione, occupazione e trimestrali

Ad ottobre, nella consueta fotografia dei mercati finanziari di KbMeter continua a brillare la stella dell’azionario; inflazione, mercato del lavoro e trimestrali da tenere d’occhio.

Nemmeno le statistiche e lo shutdown hanno piegato il mercato azionario nel mese scorso...

È vero. I listini azionari statunitensi hanno ritoccato i massimi, in barba alla statistica che vuole settembre tra i mesi più ostili alle azioni. Ma anche l’Europa e l’Asia si sono comportate bene. A voler un po’ esagerare, sembra quasi di vedere la scena di un film nella quale il protagonista avanza convinto e indenne, mentre tutto intorno è l’inferno di urla ed esplosioni. Ecco, il mercato azionario, assomiglia un po’ a quel soggetto impavido che non pare accorgersi, o preoccuparsi, di quanto gli sta accadendo intorno e dei rischi che comporta il suo camminare sotto il fuoco incrociato.

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L’immagine è forte, ma davvero attorno al mercato azionario i rischi sono così esplosivi?

La domanda a cui dovremmo cercare di rispondere, secondo me, è un’altra: siamo davvero di fronte ad un tornante della storia per l’economia e per i mercati finanziari? Quella che circonda il settore tecnologico è semplice euforia, effetto FOMO, esuberanza irrazionale e via discorrendo, oppure è la nuova normalità. In fin dei conti il rapporto Prezzo/Utili è un indicatore di quanto si pensa possa valere in futuro una determinata società, quanto gli investimenti che sta mettendo in campo possano portare profitti in futuro. Siamo davvero in grado di dire che le aspettative sono esagerate? Ed esagerate rispetto a cosa? A quelle di un’economia che funzionava bene il secolo scorso? Il quadro è complesso e le semplificazioni (bolla o non bolla) non aiutano.

Un quadro complesso a cui si aggiunge anche l’incertezza politica

Dell’utilizzo dello shutdown come arma politica non se ne sentiva davvero il bisogno. Si tratta di una situazione che potrebbe risolversi in pochi giorni, ma anche durare settimane. In quest’ultimo caso gli effetto sui mercati finanziari potrebbero alla fine emergere. Senza dati sull’andamento dei prezzi e del mercato del lavoro la Fed naviga quasi al buio. Un periodo di chiusura prolungato può incidere sui consumi, sui profitti aziendali e infine sulla crescita. A quel punto anche i mercati dovranno rivedere i loro calcoli e mettere in conto una correzione.

Forse anche per questo l’oro rimane un asset “on fire”.

L’oro è percepito come elemento di diversificazione. Con il dollaro debole e i tassi di interesse che tendono verso il basso, il lingotto emerge come riserva di valore e per questo le sue valutazioni salgono. Anche se, occorre dirlo, l’effetto FOMO sta spingendo un po’ troppo i prezzi rispetto alle reali condizioni di mercato. Questo non toglie che il trend rimane sicuramente rialzista nel breve termine.

E quindi, in questo scenario, cosa aspettarci per ottobre?

Inflazione, mercato del lavoro e utili trimestrali. Queste sono le tre variabili chiave del mese. I prezzi al consumo potrebbero cominciare a risentire gli effetti dei dazi, il mercato del lavoro statunitense mostra chiari segnali di stasi (la chiamano no-hire, no-fire, non si assume ma nemmeno si licenzia), i conti aziendali dovrebbero mostrare ancora segnali di crescita, ma sarà interessante capire come le aziende prevedono di affrontare il prossimo semestre. Questo è lo scenario base e da questo discende una view ancora positiva sull’azionario e un’ulteriore riduzione dei rendimenti obbligazionari.

La sorpresa negativa quale potrebbe essere?

Al momento l’elemento più pericoloso potrebbe essere una repentina risalita dei prezzi al consumo. Metterebbe in netta difficoltà le banche centrali e con tassi di crescita comunque molto bassi farebbe riapparire lo spettro della stagflazione. Non è uno scenario con alte probabilità, ma occorre sempre ricordare che l’effetto dazi è ancora lì, sospeso sopra i mercati.

Par di capire, comunque, che diversificare rimane la scelta migliore

Lo è di default la migliore. Ma in questo periodo diventa ancora più importante diversificare il rischio. L’azionario ha buone valutazioni su diversi contesti geografici e settoriali. Sull’obbligazionario c’è ancora l’opportunità di fissare buoni rendimenti sulla parte a lungo e sfruttare le dinamiche di politica monetaria nel breve. Le materie prime sono in una fase laterale da lungo tempo e le criptovalute cominciano ad essere sempre più presenti in strumenti finanziari “tradizionali”, elemento che le rende un po’ più stabile anche dal punto di vista della volatilità. Insomma, temi sui quali ragionare per diversificare i propri investimenti ce ne sono parecchi.

Foto di Alexander Fox

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