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Australia, effetto dazi: brusco calo delle esportazioni ad agosto 2025

Australia, effetto dazi: brusco calo delle esportazioni ad agosto 2025

A settembre le esportazioni dall’Australia sono scese del 7,8% su base mensile, quasi dimezzate quelle verso gli Stati Uniti a causa dei dazi. Nell’Eurozona torna a salire la disoccupazione.

Ad agosto 2025 le esportazioni di beni australiani sono diminuite del 7,8% su base mensile, raggiungendo un minimo di tre mesi a 41,86 miliardi di AUD, dopo l’aumento rivisto al 2,5% di luglio. Il calo è stato guidato soprattutto dal crollo del 47,2% delle spedizioni di oro non monetario (2,95 miliardi di AUD). A livello geografico, gli scambi con gli Stati Uniti (-44,3%, effetto dazi) e il Regno Unito (-45,3%) hanno subito forti cali, ma sono diminuite anche le esportazioni verso Giappone, India e Taiwan. Al contrario, quelle verso la Cina sono cresciute del 4,3%.

Nello stesso periodo le importazioni sono salite del 3,2%, in controtendenza rispetto al mese precedente. Complessivamente il surplus della bilancia commerciale australiana è sceso a 1,83 miliardi, sotto le attese e minimo da giugno del 2018.

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Eurozona, occupazione torna a salire nel mese di agosto.

Ad agosto 2025 il tasso di disoccupazione destagionalizzato dell’Eurozona è salito al 6,3% dal minimo storico del 6,2% di luglio, contrariamente alle attese di stabilità. Il numero di disoccupati è aumentato di 11.000 unità, raggiungendo 10,842 milioni. La disoccupazione giovanile (under 25) si è attestata al 14%, invariata rispetto a luglio e al livello più basso da marzo 2023. Tra le principali economie, la Spagna ha registrato il tasso più elevato (10,3%), seguita da Francia (7,5%) e Italia (6%). Germania (3,7%) e Paesi Bassi (3,9%) hanno mantenuto i valori più bassi. Rispetto a un anno fa, il dato resta stabile al 6,3%. Considerando l’intera Unione Europea, la disoccupazione si colloca al 5,9%.

Giappone, fiducia consumatori sale per il secondo mese consecutivo.

A settembre la fiducia dei consumatori giapponesi è migliorata per il secondo mese consecutivo, confermando l’effetto benefico dell’aumento dei salari sui consumi. L’indice di fiducia sale a 35,3 punti, massimo da dicembre 2024; crescono la propensione all’acquisto di beni durevoli e le aspettative sull’occupazione.

Stati Uniti, tagli occupazionali in calo a settembre.

A settembre 2025 i datori di lavoro statunitensi hanno annunciato 54.064 tagli occupazionali, il livello più basso da tre mesi, contro gli 85.979 di agosto e in calo del 25,8% su base annua. I settori più colpiti sono stati i servizi (6.290 posti), l’energia (5.807) e la tecnologia (5.639). Nel complesso del terzo trimestre, i licenziamenti pianificati hanno raggiunto 202.118, il valore più alto per un Q3 dal 2020. Dall’inizio dell’anno, le aziende hanno annunciato 946.426 tagli, il totale più elevato da cinque anni e il quinto più alto degli ultimi 36. Il comparto governativo ha guidato i tagli (299.755), di cui 289.363 riguardanti lavoratori federali colpiti dal programma DOGE, seguito dalla tecnologia con 107.878. Altro dato interessante riguarda gli annunci di nuove assunzioni, scesi di oltre il 70% in un anno e sui livelli più bassi dal 2011.

Foto di Rebecca Lintz

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