Sfondo scuro Sfondo chiaro
Gran Bretagna, torna a salire la disoccupazione ad agosto 2025
Outlook Fondo Monetario Internazionale: un’economia mondiale in bilico tra incertezza e frammentazione

Outlook Fondo Monetario Internazionale: un’economia mondiale in bilico tra incertezza e frammentazione

Il nuovo outlook del Fondo Monetario Internazionale racconta un’economia in bilico — e un mondo che deve scegliere tra cooperazione o frammentazione

L’ultimo World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale, pubblicato ieri, fotografa un’economia globale in piena trasformazione e ancora segnata da grande incertezza. Il titolo del rapporto – “Global Economy in Flux, Prospects Remain Dim” – dice già tutto: le regole del gioco stanno cambiando e le prospettive restano cupe.

Dopo mesi di tensioni commerciali e nuove tariffe imposte dagli Stati Uniti, la crescita globale rallenta: secondo il Fondo, il PIL mondiale passerà dal 3,3% del 2024 al 3,2% nel 2025, per poi scendere al 3,1% nel 2026. L’FMI riconosce un miglioramento marginale rispetto alle stime di luglio, ma ricorda che restiamo ancora sotto i livelli previsti prima della svolta protezionista. A pesare, oltre ai dazi, anche il calo dell’immigrazione nei Paesi avanzati, che riduce l’offerta di lavoro e frena il potenziale di crescita.

Pubblicità

Sul fronte dei prezzi, l’inflazione globale è in calo, ma resta fragile e disomogenea. Il Fondo prevede che scenderà al 4,2% nel 2025 e al 3,7% nel 2026, ma la dinamica varia molto da Paese a Paese. Negli Stati Uniti, i nuovi dazi stanno iniziando a riflettersi sui prezzi al consumo, con rischi “orientati verso l’alto”. In Asia, invece, l’inflazione resta sorprendentemente contenuta, mentre in Europa il raffreddamento della domanda comincia a farsi sentire, anche se il costo dell’energia continua a pesare.

Kristalina Georgieva, direttrice del Fondo, ha sottolineato come il rischio maggiore non sia tanto la competizione commerciale in sé, quanto la mancanza di cooperazione: “Finché i governi evitano risposte di ritorsione e mantengono un dialogo aperto, c’è spazio per stabilizzare i mercati”, ha dichiarato in un’intervista a Yahoo Finance. Tuttavia, ha avvertito che un’eccessiva frammentazione potrebbe “erodere i progressi faticosamente conquistati nella stabilità economica globale”.

Georgieva ha sottolineato che “dopo anni di shock consecutivi, i cittadini hanno bisogno di stabilità dei prezzi per recuperare fiducia e potere d’acquisto”. Ma ha anche avvertito che “tagliare i tassi troppo presto sarebbe un errore: la priorità resta ancorare le aspettative e consolidare la disinflazione”.

Il Fondo Monetario detta poi la sua ricetta: servono politiche economiche credibili, trasparenti e coordinate. Da qui l’invito ai governi a modernizzare le regole del commercio internazionale, ricostruire i margini fiscali e difendere l’indipendenza delle banche centrali, oggi sotto crescente pressione politica.

Non solo nubi nel cielo dell’economia mondiale. Il Fondo vede margini di ottimismo legati a possibili progressi nelle trattative commerciali e ai benefici a lungo termine dell’intelligenza artificiale, che potrebbe rilanciare la produttività globale.

Proprio sul tema dell’intelligenza artificiale l’outlook del Fondo Monetario Internazionale è piuttosto chiaro. Se da un lato si riconosce che la spinta dell’intelligenza artificiale ha sostenuto la fiducia dei mercati e gli investimenti, dall’altro avverte che un “repricing improvviso delle tech” dovuto a risultati inferiori alle aspettative potrebbe frenare la crescita e creare tensioni finanziarie (anche se gli investimenti a debito sono decisamente inferiori rispetto ad altre esperienze del passato). Kristalina Georgieva, nelle sue dichiarazioni, ha ripreso il tema con toni equilibrati: ha definito l’IA “una straordinaria opportunità di produttività”, ma ha anche avvertito che “l’euforia dei mercati non può sostituire politiche solide e regole chiare”.

In conclusione – per chiudere come fa il report – possiamo dire che il mondo deve imparare a convivere con un’economia più lenta, più frammentata e meno prevedibile. E solo una nuova stagione di cooperazione internazionale potrà invertire davvero la rotta.

Foto di Joachim Schnürle

Resta aggiornato

Gli ultimi articoli di Ekonomia.it direttamente nella tua casella mail. Iscriviti qui sotto.
I dati trasmessi attraverso questo modulo sono trattati secondo la nostra privacy policy, in linea con la normativa vigente. Per nessun motivo verranno ceduti a terze parti o utilizzati per l'invio di messaggi di natura commerciale.
Post precedente

Gran Bretagna, torna a salire la disoccupazione ad agosto 2025

Pubblicità