In assenza dei principali dati macroeconomici statunitensi, bloccati dallo shutdown iniziato proprio mercoledì scorso, la logica conseguenza è andare a scandagliare ogni minima statistica disponibile per cercare di capire quale direzione stia prendendo l’economia statunitense.
E dopo i segnali lanciati nel mese di agosto, l’edizione di settembre del Logistics Managers’ Index (LMI) era tra i dati più attesi della settimana. Andiamo a vedere cosa emerge dall’ultimo sondaggio.
L’indicatore che misura lo stato di salute della logistica USA attraverso trasporti, magazzini e inventari si è attestato a 57,4 punti a settembre 2025, in calo rispetto ai 59,3 di agosto. Il valore resta sopra la soglia dei 50 (che separa espansione e contrazione), ma indica una crescita più lenta e meno diffusa rispetto ai mesi precedenti.
Come visto anche nel mese di agosto, il dato che più preoccupa rimane quello legato ai trasporti. L’indice che misura l’utilizzo dei mezzi è sceso esattamente a 50,0, il livello neutro che segnala “nessun movimento”. Un numero sorprendente, considerando che settembre è di solito un mese molto attivo per il trasporto merci, in vista della stagione natalizia.
Per il secondo mese consecutivo la relazione tra domanda e offerta di trasporto si è invertita: la capacità disponibile è leggermente superiore ai prezzi, segno che le aziende non fanno fatica a trovare camion e vettori liberi. In pratica, meno pressione e meno corse all’ultimo minuto — ma anche margini più bassi per i trasportatori.
Sul fronte dei magazzini, la situazione è più stabile. I prezzi degli spazi restano alti ma in lieve calo, mentre la capacità disponibile è finalmente in leggera espansione. Segnali positivi per chi cerca nuovi spazi di stoccaggio dopo anni di scarsità. Gli inventari crescono moderatamente, ma i costi per gestirli restano elevati: nonostante un piccolo calo, il valore resta sopra quota 75, indice di forti pressioni economiche per le imprese.
Per i prossimi 12 mesi, i manager del settore restano cautamente ottimisti: prevedono un indice medio di 59,6, segno che l’espansione continuerà, ma con ritmi più moderati. Le aziende più a monte della filiera (produttori e grossisti) sono più fiduciose rispetto ai distributori e ai retailer, che continuano a muoversi con prudenza in un mercato ancora incerto.
Foto di Jens P. Raak