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Eurozona, la BCE taglia ancora i tassi di interesse

Quarto taglio dei tassi di interesse del 2024 per la BCE. Nell’Eurozona l’inflazione continua a scendere ma si fa più debole la crescita economica. Negli USA risalgono i prezzi alla produzione. In Australia numeri positivi per l’occupazione. Questo e altro nella K Briefing di oggi.

Australia, ottavo mese di crescita consecutivo per l’occupazione. A novembre l’economia australiana ha creato 35,6 mila posti di lavoro, battendo le attese e registrando l’ottavo mese consecutivo di crescita per l’occupazione. Salgono gli assunti a tempo pieno, mentre registrano un calo quelli a tempo parziale. Il tasso di disoccupazione scende al 3,9%, minimo da marzo scorso e ben al di sotto delle attese che lo vedevano crescere di un decimo, al 4,2%. Stabili sia il tasso di partecipazione, sia il numero di ore settimanali lavorate.

India, numeri positivi da produzione industriale e inflazione. A ottobre scorso la produzione industriale indiana è cresciuta del 3,5% su base annua, secondo mese di crescita consecutivo e dato in linea con le attese. La produzione manifatturiera fa meglio delle attese e registra una crescita del 4%. Sul fronte inflazione, invece, il rilevamento di novembre segnala un rallentamento della crescita dei prezzi al consumo. Su base annua l’indice è salito del 5,48%, minimo a tre mesi ed in linea con le attese del mercato. Si tratta di percentuali ancora nettamente sopra il target della banca centrale e superiori alla media registrata nei primi mesi dell’anno. Situazione che potrebbe rallentare la riduzione dei tassi da parte della RBI.

Messico, terzo mese di calo consecutivo per la produzione industriale. A ottobre ancora un segno meno per la produzione industriale messicana. Su base annua l’output è calato del 2,2%, peggior dato da marzo scorso e ben al di sopra delle attese. Se la manifattura mostra timidi segnali di crescita (+0,5%), pesanti frenate si registrano per il settore estrattivo e per quello delle costruzioni.

Eurozona, la BCE taglia ancora i tassi di interesse. La BCE non delude le attese e taglia i tassi di interessi per la quarta volta nel 2024, terzo consecutivo. Il riferimento scende di 25 punti base, a quota 3,15%, mentre il tasso sui depositi scende al 3%. Nel comunicato il board conferma che l’inflazione continua a scendere verso il target, anche se un po’ più lentamente. La nuova stima vede la crescita dell’indice generale sotto il 2% nel biennio 2026-2027. L’economia rimane debole. L’ultima proiezione stima una crescita dello 0,7% per il 2024 e dell’1,1% nel 2025. Numeri che in parte sono alla base della decisione di ridurre ulteriormente i tassi di interesse. Nel comunicato della BCE sparisce il riferimento al mantenimento di una politica monetaria restrittiva (segnale di ulteriori tagli in arrivo), mentre continua ad essere rimarcato il fatto che non esiste un programma di riduzione dei tassi e che ogni decisione sarà, come al solito, “data driven”. Durante la conferenza stampa la governatrice Lagarde ha sottolineato la perdita di momentum dell’economia dell’area e la necessità che i paesi membri si concentrino sul rispetto delle regole di bilancio.

Stati Uniti, prezzi alla produzione nel mese di ottobre. Nel mese di ottobre i prezzi alla produzione negli Stati Uniti sono saliti dello 0,4% su base mensile, ben al di sopra delle attese e massimo a cinque mesi. A crescere sono stati in particolare i prezzi dei beni alimentari che hanno fatto registrare una variazione mensile di tre punti percentuali abbondanti (il costo delle uova è salito di oltre il 50%). Al netto delle componenti più volatili l’indice ha registrato un incremento dello 0,2%, in linea con le attese ed un decimo in meno rispetto al mese precedente. Le componenti che rientrano anche nel calcolo del PCE index non hanno subito variazioni significative.

Stati Uniti, mercato del lavoro. Le richieste di nuovi sussidi di disoccupazione salgono per la seconda settimana consecutiva, ma si rimane su livelli che indicano una fase di sostanziale stabilità del mercato del lavoro statunitense. La media a 4 settimane sale a 224 mila richieste, contro le 218 mila della settimana precedente. I sussidi continuativi crescono di qualche decina di migliaia ma rimangono al di sotto della soglia degli 1,9 milioni.

Foto di Hans

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