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Le domande improvvise: cos’è la Great Gatsby Curve

La Great Gatsby Curve di Alan Krueger e i dati dello studio CEPR ci offrono una visione chiara: in una società con alti livelli di disuguaglianza, le opportunità di miglioramento economico sono limitate.

La Great Gatsby Curve è un grafico che illustra la relazione tra disuguaglianza economica e mobilità intergenerazionale, ossia la capacità di una generazione di migliorare la propria posizione economica rispetto alla precedente. Alan Krueger, economista statunitense e consulente economico durante l’amministrazione Obama, ha introdotto questo concetto per spiegare come nei paesi con alti livelli di disuguaglianza economica sia più difficile per i figli migliorare il loro status rispetto ai genitori. Il nome della curva si ispira al personaggio di Jay Gatsby, protagonista dell’omonimo romanzo di F. Scott Fitzgerald, noto per il suo tentativo – e fallimento – di superare le barriere sociali.

La curva si basa su due variabili principali: il livello di disuguaglianza economica di un paese, misurato con l’indice di Gini o altre metriche simili;la mobilità intergenerazionale, ovvero quanto la posizione economica dei figli è correlata a quella dei genitori.

Nei paesi con disuguaglianza elevata, la curva mostra una bassa mobilità intergenerazionale: significa che la ricchezza o la povertà tendono a rimanere nella stessa famiglia per generazioni. Al contrario, nei paesi con disuguaglianza minore, la mobilità sociale è più elevata, suggerendo maggiori opportunità per chi nasce in una famiglia meno abbiente.

La Great Gatsby Curve mette in evidenza una problematica significativa: l’elevata disuguaglianza riduce le possibilità di miglioramento economico per le generazioni future. Questo ha implicazioni profonde per la stabilità sociale e la giustizia economica. Secondo Krueger, una società che vuole mantenere un equilibrio sociale e una distribuzione più equa delle opportunità dovrebbe cercare di contenere la disuguaglianza economica.

Krueger ha notato che nei paesi nordici, dove la disuguaglianza è generalmente più bassa, esiste anche una maggiore mobilità intergenerazionale. Questo significa che un bambino nato in una famiglia con meno risorse ha più possibilità di migliorare la propria condizione economica da adulto. Invece, negli Stati Uniti, dove la disuguaglianza è più elevata, è più probabile che la condizione economica dei figli rispecchi quella dei genitori, limitando le opportunità di cambiamento.

Un recente studio del CEPR amplia il discorso della Great Gatsby Curve analizzando la persistenza della povertà intergenerazionale in Europa. Alcuni dei risultati chiave includono:

  • Differenze significative tra i paesi europei: In paesi come Danimarca e Paesi Bassi, la mobilità intergenerazionale è relativamente alta, il che significa che i figli di famiglie povere hanno più probabilità di migliorare la propria situazione economica rispetto a paesi come l’Italia e la Spagna, dove la povertà tende a persistere di più tra le generazioni.
  • Influenza dell’istruzione e delle politiche sociali: Lo studio evidenzia che l’accesso all’istruzione di qualità e a sistemi di welfare robusti aumenta la mobilità sociale. Nei paesi nordici, dove le politiche sociali sono più sviluppate, si riscontrano livelli più bassi di povertà persistente tra generazioni.
  • Fattori di rischio per la mobilità ridotta: Lo studio sottolinea come la mancanza di investimenti in educazione, sanità e servizi sociali aumenti il rischio di povertà intergenerazionale. Ad esempio, in Italia, la scarsa mobilità intergenerazionale è legata a una bassa spesa pubblica in servizi che favoriscono l’equità, come l’istruzione e la sanità.

Confrontando i dati del CEPR con quelli degli Stati Uniti, si può notare una tendenza comune nei paesi con maggiore disuguaglianza: la mobilità sociale è ridotta, e le probabilità di uscire dalla povertà sono basse. Tuttavia, il modello europeo presenta delle eccezioni significative: paesi come la Danimarca e la Svezia, pur con una disuguaglianza relativamente bassa, mostrano anche un alto grado di mobilità sociale, grazie a politiche pubbliche inclusive che mirano a ridurre le barriere socioeconomiche.

Foto di Christelle PRIEUR

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