Intelligenza artificiale e produttività, un rapporto non del tutto lineare

L’intelligenza artificiale avrà sicuramente un forte impatto sulla produttività nei settori in cui verrà impiegata, ma che questo implichi un’accelerazione della crescita economica non è del tutto scontato.

“Mitigare il rischio di estinzione dell’Intelligenza artificiale dovrebbe essere una priorità globale insieme ad altri rischi su scala sociale come le pandemie e la guerra nucleare”. Questa è una delle frasi che compaiono nell’appello lanciato dal Center for AI Safety, un gruppo di esperti ed imprenditori nel settore dell’AI. Nel documento sottoscritto, tra gli altri, da Sam Altman, ad di OpenAI, Demis Hassabis, amministratore delegato di Google DeepMind e Dario Amodei di Anthropic, si legge che senza un’adeguata regolamentazione “l’intelligenza artificiale potrebbe portare all’estinzione dell’umanità”.

I più maliziosi sostengono che l’intento del gruppo sia soprattutto quello di essere chiamato in causa nel processo di regolamentazione dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale, una gallina dalle uova d’oro, capace di guidare un rally di borsa, che un legislatore troppo rigoroso potrebbe rendere molto meno profittevole. Ma che l’accelerazione di questa nuova tecnologia porti con sé molte incognite rimane fuori di dubbio. In campo economico, ad esempio, si discute in particolare dell’impatto che l’intelligenza artificiale potrebbe avere sulla produttività e sulla crescita economica. Secondo un recente report di Goldman Sachs l’adozione dell’intelligenza artificiale potrebbe aumentare la crescita globale di sette punti percentuali annui nel prossimo decennio. A dare benzina all’economia mondiale sarebbe l’aumento della produttività che l’adozione dell’AI porterebbe in dote, con una conseguente riduzione dei costi e prezzi più bassi, elementi che farebbero crescere la domanda e quindi il PIL.

Non tutti però concordano su questa visione. Tralasciando il complicato tema del mercato del lavoro – Goldman, ad esempio, ipotizza una “distruzione creativa” capace di aumentare l’occupazione – alcune obiezioni arrivano proprio sulla presunta correlazione positiva tra maggior produttività e crescita. Qui citiamo il bell’articolo pubblicato dall’Economist settimana scorsa. Il settimanale inglese ricorda lo studio condotto da Philippe Aghion, Ben Jones e Chad Jones nel 2019. Secondo il modello sviluppato dai tre economisti l’intelligenza artificiale porterà ad una accelerazione della crescita economica solo se questa tecnologia sarà in grado di automatizzare tutta la produzione, inclusa la fase di ricerca e sviluppo. Per spiegarla in maniera iper semplificata, il ragionamento è il seguente: se vogliamo trasformare una vecchia Fiat 500 in una macchina da corsa, dobbiamo far si che tutti i componenti della macchina siano adatti alla velocità. Se anche solo un elemento meccanico rimane “indietro” rispetto alla trasformazione da 500 a bolide, allora tutta la macchina ne risentirà e sarà costretta a procedere più lentamente.

Ma nell’articolo dell’Economist c’è un’altra chicca che merita di essere citata e che riprende il tema appena descritto. Si tratta dello studio condotto nel lontano 1965 da William Baumol. Il ragionamento è molto sottile, vediamo di riassumerlo. In economia esistono dei mercati nei quali la domanda è sostanzialmente inelastica, vale a dire che non cambia o cambia pochissimo al variare dei prezzi. In un mondo nel quale alcuni settori vengono inondati di automazione, aumentano di produttività e vedono scendere i prezzi dei loro servizi, i settori con domanda inelastica mantengono la loro domanda stabile ed i loro prezzi più alti. La conseguenza è che pian piano questi settori poco produttivi finiscono per contare di più nel calcolo del PIL, frenandone la crescita.

Queste dinamiche, ricordano Philippe Aghion, Ben Jones e Chad Jones si sono già vissute nei secoli passati. Quando la tecnologia ha automatizzato molti lavori in agricoltura e nella manifattura, la prima conseguenza della maggior produttività è stato il calo del prezzo dei prodotti ed un risparmio per i consumatori. Questi ultimi hanno cominciato ad aumentare la spesa verso altri settori (educazione, tempo libero, salute) che non hanno visto miglioramenti significativi in termini di produttività.

Di automazione e del suo impatto sulla crescita economica si discute oramai da decenni, l’intelligenza artificiale, con le suggestioni che porta con sé, lo ha rivitalizzato.

Foto di Gerd Altmann

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