Ma quindi per gli Stati Uniti sarà recessione oppure no? La domanda secca che ci si pone in queste settimane non è di quelle a cui possa seguire una veloce risposta a monosillabi. Gli ingredienti che si stanno mescolando sul fronte macroeconomico sono decisamente molti, ed il risultato finale è tutto fuorchè scontato.
Prendiamo solo il tema dei profitti aziendali. Ed Yardeni, non certo l’ultimo arrivato, sostiene che l’economia statunitense rimane fondamentalmente in salute ed i risultati delle prime trimestrali lo starebbero a dimostrare. Farah Elbahrawy su Bloomberg ricorda invece che i profitti aziendali hanno sicuramente fatto meglio delle attese, ma queste ultime erano state vistosamente riviste al ribasso. I numeri reali ci dicono – continua Elbahrawy – che i profitti sono scesi del 3.7% e che un calo dei profitti così prolungato non lo si vedeva dal 2016. In pratica, conclude l’autrice, dovremmo parlare di una recessione dei profitti già in essere.
E se cambiamo l’argomento di discussione la sostanza non cambia. E’ così per il dibattito sul limite del debito USA (secondo molti porterà a recessione perchè sta già facendo danni il solo ritardo nel prendere una decisione; per altri gli effetti sono tutti da vedere). Ed è così quando si parla della fragilità del sistema bancario statunitense.
Forse non resta che tornare ai vecchi cari indicatori di recessione e provare a vedere loro cosa ci dicono. Andreas Hornstein* ha recentemente pubblicato un Economic Brief per la Federal Reserve of Richmond, cercando di valutare quanto possano essere utili i dati del mercato del lavoro per capire se ci si sta avvicinando ad una fase di recessione per l’economia statunitense. Hornstein ha così incrociato i dati sul tasso di disoccupazione, sui sussidi di disoccupazione e sul term-spread fra i titoli governativi a tre mesi e quelli a 10 anni (quest’ultimo, indicando la famosa inversione della curva dei tassi, si dimostra un ottimo indicatore di recessione in arrivo entro i 12 mesi). Secondo i calcoli di Hornstein, gli ultimi dati raccolti in marzo segnalano un aumento della probabilità che stia per iniziare un periodo di recessione negli Stati Uniti.
Probabilmente la vera domanda non è se e quando ci saranno uno o più trimestri a crescita negativa, ma che tipo di recessione attende gli USA. Tutto farebbe intendere che si tratterà di una flessione leggera, senza troppe conseguenze sull’occupazione. Ma non viviamo certo un periodo a cui manchi la capacità di sorprendere.
Foto di Gerd Altmann
*Hornstein, Andreas. (April 2023) “Unemployment Changes as Recession Indicators.” Federal Reserve Bank of Richmond Economic Brief, No. 23-13.