Per gli investitori è l’ora della long duration

Secondo i dati raccolti da JP Morgan, gli investitori stanno rispondendo alla situazione macro adottando una strategia di long duration, puntando sull’oro e sulle azioni growth.

Come si stanno muovendo gli investitori di fronte alle ultime novità macroeconomiche? Il dibattito rimane focalizzato su due punti: inflazione e recessione. Entrambi i punti chiamano in causa un attore comune: la politica monetaria. Alzare ancora i tassi di interesse per accelerare la discesa dei prezzi o fermarsi in attesa dell’arrivo dell’onda recessiva, evitando di esacerbarne gli effetti?

Si tratta di domande che ci accompagneranno sicuramente per i prossimi mesi, almeno fino all’estate inoltrata quando – suggeriscono molti analisti – inizieremo ad intravedere all’orizzonte i primi segnali della frenata del ciclo economico statunitense. Nel frattempo, però, gli investitori non stanno a guardare e sembrano fare delle scelte molto precise per i loro portafogli. A ricordarcelo è un report rilasciato qualche giorno fa dagli analisti di JP Morgan e riportato dall’agenzia americana Bloomberg.

Cosa dicono in JP? Negli ultimi mesi la strategia di investimento che sembra emergere con una certa chiarezza è quella della “long duration”, una strategia che statisticamente si comporta bene di fronte ad una recessione pesante e limita di molto i danni nel caso in cui la fase discendente del ciclo economico sia a basso impatto. Stando ai numeri elaborati dagli analisti di JP Morgan, negli ultimi due mesi sui mercati finanziari l’oro ed i titoli growth hanno registrato una performance migliore rispetto all’azionario globale. E posizioni lunghe sull’oro e sull’azionario growth (tecnologici in particolare), unite a posizioni corte sul dollaro – spiegano nel report – sono proprio gli ingredienti fondamentali di una strategia long duration. Sul fronte dei tecnologici i dati sono per certi versi abbastanza soprendenti: la quota del settore tecnologico nell’azionario globale è salita ai massimi dal 2021, il che implicitamente significa che a livello mondiale gli investitori sono più esposti sul tech di quanto non lo erano due anni fa.

Anche sul fronte obbligazionario l’atteggiamento sembra essere orientato ad un orizzonte lungo. Stando ai dati riportati nel report gli investitori hanno aumentato la loro esposizione in titoli corporate ad alto rating (maggiore affidabilità ma anche maggior duration, doppia rispetto agli speculativi).

I numeri e le considerazioni del report di JP Morgan sembrano suggerire un’aspettativa ben precisa da parte degli investitori. Da un lato l’aumento dell’incertezza porta verso il bene rifugio per eccellenza (l’oro), dall’altro si punta con decisione su due strategie che hanno come loro ipotesi di base un consistente ribasso dei tassi di interesse ( le azioni growth e le posizioni corte sul dollaro).

Foto di Pexels

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