USA, indice ISM manifattura di marzo peggio delle attese

Negli USA l’indice ISM manifattura di marzo fa peggio delle attese e tocca il minimo dal maggio del 2020. Nei dati finali dei sondaggi PMI poche novità. Questo ed altro nella prima K Briefing della settimana.

Cina, PMI Caixin cala a marzo. Il sondaggio PMI elaborato da S&P Global per il settore manifatturiero della Cina registra una frenata nel mese di marzo. L’indice scende a quota 50 dal 51.6 del mese precedente, ben al di sotto delle attese (un rialzo di un decimo rispetto a febbraio). Produzione e nuovi ordini sono saliti ad un ritmo più compassato, mentre le componenti domanda estera e occupazione hanno registrato una flessione. Sul fronte dei prezzi non si registrano aumenti della pressione inflazionistica. Secondo gli economisti di S&P la ripresa cinese continua ad essere debole e molto del suo futuro dipenderà dalla capacità di tornare a crescere della domanda interna.

Sondaggi PMI manifattura, lettura finale di marzo senza grosse sorprese. La lettura finale del mese di marzo per quel che riguarda il PMI manifattura non presenta grandi novità rispetto alla stima preliminare. Nell’Eurozona la situazione rimane di contrazione ed anche se l’indice è stato rivisto al rialzo di due decimi, la lettura rimane la seconda consecutiva in calo, con la fiducia degli operatori che scende toccando il minimo a tre mesi. Risultati sopra quota 50 per Italia e Spagna, mentre sotto la media dell’area c’è la manifattura tedesca. In Gran Bretagna il dato finale è peggiore della stima flash: l’indice passa da 48 a 47.9, in calo rispetto al mese precedente ed ottavo mese consecutivo di contrazione.

USA, indice ISM manifattura di marzo peggio delle attese. Nel mese di marzo la manifattura statunitense ha rallentato ulteriormente rispetto al mese precedente, registrando il quinto mese consecutivo in zona contrazione. L’indice scende a 46.3 punti, minimo dal maggio del 2020 e ben al di sotto delle aspettative del mercato. In netto peggioramento la componente nuovi ordini, ma registra un calo anche quella relativa all’occupazione. Ancora sotto quota 50 la componente produzione, mentre scende sotto questa soglia anche la componente prezzi.

Foto di Michael Bußmann

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