Germania, inflazione scende a marzo ma meno delle attese

Nel mese di marzo l’inflazione scende in Germania, ma meno delle attese e con la componente servizi che continua a salire. Dato in ribasso anche per la Spagna (su calo prezzi energia). Negli USA rivisto al ribasso il PIL dell’ultimo trimestre 2022. Infine, la banca centrale del Sud Africa ha aumentato i tassi di 50 punti base (oltre le attese). Questo ed altro nella K Briefing di oggi.

Eurozona, economic sentiment di marzo ancora in calo. Nel mese di marzo l’economic sentiment per l’Eurozona è sceso per il secondo mese consecutivo. L’indice si è fermato a 99.3 contro attese di 99.5 punti. Scende la fiducia tra gli operatori della manifattura, del retail e delle costruzioni, mentre si mantiene sostanzialmente stabile per i consumatori e per gli operatori del settore servizi. Sul fronte dei prezzi si registra un aumento delle aspettative di inflazione da parte dei consumatori, mentre per le imprese l’attesa è per un calo dei prezzi di vendita.

Germania, inflazione scende a marzo ma meno delle attese. Nel mese di marzo l’inflazione in Germania è scesa al 7.4% su base annua, oltre un punto in meno rispetto al mese precedente ma un decimo in più rispetto alle attese del mercato. Il forte calo dei prezzi dell’energia spiega gran parte del rallentamento, con la componente servizi che invece sale di un alto decimo. Anche su base mensile la lettura non rassicura i mercati: rispetto a febbraio i prezzi sono saliti dello 0.8%, stessa variazione del mese precedente ma un decimo sopra le attese. Il dato armonizzato scende al 7.8% su base annua, tre decimi oltre le attese ma al livello più basso dall’aprile dell’anno scorso.

Spagna, netto calo dell’inflazione a marzo. Nel mese di marzo l’inflazione in Spagna scende in maniera marcata, passando dal 6% al 3.3% su base annua. Un numero fortemente influenzato dal calo della componente energia del paniere. Il dato core, infatti, scende solo di due decimi, passando dal 7.7% al 7.5% su base annua (oltre il triplo del target BCE).

Brasile, produzione industriale in calo a gennaio. Nel mese di gennaio la produzione industriale brasiliana è scesa dello 0.3% su base mensile, il peggior dato dal settembre dell’anno scorso. Il dato è in linea con le attese del mercato. Su base annua la variazione torna ad essere positiva: +0.3% contro il -1.3% del mese precedente, un punto in meno rispetto alle attese del mercato.

USA, mercato del lavoro. Ancora dati molto bassi per le richieste di nuovi sussidi di disoccupazione. La scorsa settimana sono state 198mila, 7mila in più rispetto a due settimane fa e sotto quota 200 mila per la terza settimana consecutiva. Anche la media a 4 settimane si mantiene sotto la soglia delle 200 mila richieste. Dato sostanzialmente stabile per i sussidi continuativi.

USA, PCE price e PIL ultimo trimestre 2022. Nell’ultimo trimestre del 2022 il PCE price index ha registrato una variazione annualizzata del 4.4%. Il dato finale conferma un rallentamento rispetto al trimestre precedente (tre decimi in meno) ma conferma anche che il livello dell’inflazione rimane ampiamente sopra il target del 2%. Nell’ultima revisione il PIL statunitense ha registrato un aumento del 2.6% annualizzato, contro il 2.7% della stima precedente. Ad essere riviste al ribasso sono state sia la componente esportazioni sia quella relativa alla spesa privata, passata dal +1.4% al +1%. Numeri in calo anche per i profitti aziendali che nel quarto trimestre sono scesi del 2.7% rispetto al periodo precedente, il peggior risultato dal 2020: pesano da un lato i maggiori costi e dall’altro un calo della domanda.

Sud Africa, banca centrale alza ancora i tassi di interesse. La banca centrale sudafricana ha alzato i tassi di interesse di altri 50 punti base, il doppio rispetto alle attese del mercato, nono rialzo consecutivo dal maggio del 2021. Il riferimento è ora al 7.75%, massimo dal 2009. La mossa è la diretta conseguenza di un’inflazione che mostra segni di persistenza. L’istituto ha rivisto la propria stima per il 2023 al 6% dal 5.4%, confermando un calo della pressione sui prezzi di energia e alimentari che dovrebbero portare la variazione annua dell’indice a scendere al 4.5% entro il 2025.

Foto di Bruno /Germany

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