Oro, tanti spunti positivi per il 2023

Come sarà il 2023 per l’oro? Dopo un anno non brillantissimo, gli analisti del World Gold Council vedono molti spunti positivi per il nuovo anno, ma non solo.

Il 2022 non è stato un anno particolarmente brillante per le quotazioni dell’oro, complice un dollaro sempre più forte ed un rallentamento delle spinte inflazionistiche sulle materie prime. Qualcosa però sembra essere cambiato da inizio novembre. Lo si vede in maniera piuttosto evidente osservando l’andamento del future sul lingotto.

Oro, outlook 2023: il cambio di tendenza da parte del future dell'oro da inizio novembre scorso
Il cambio di tendenza da parte del future dell’oro da inizio novembre scorso. Fonte grafico: tradingview.com

La lunga picchiata dai massimi di inizio primavera è proseguita fino ad inizio dicembre (trendline blu), da lì in poi sembra essere in atto una decisa prova di rimbalzo. Come spiegare questo comportamento del future? Ad aiutarci a dare qualche risposta in più ci pensa l’outlook 2023 sull’oro confezionato dal World Gold Council (lo potete consultare da qui).

Per capire la situazione occorre considerare due aspetti: le prospettive macroeconomiche dell’economia mondiale nell’anno che sta per arrivare e le correlazioni fra il lingotto e le altre asset class.

Il report del WGC ci ricorda che l’economia globale si trova nei pressi di un importante punto di svolta. Le previsioni sono abbastanza concordi sul fatto che la crescita economica globale nel 2023 subirà una brusca frenata ed in alcune aree si concretizzerà una vera e propria recessione. I numeri, ricorda il report, sono significativi. Stando alle stime più recenti la crescita del PIL mondiale dovrebbe fermarsi nel prossimo anno al 2.1%. Al netto della crisi finanziaria del 2008 e di quella scatenata dal covid si tratta del ritmo di crescita più basso da quattro decenni a questa parte e di un livello che, utilizzando i vecchi parametri FMI, farebbe scattare l’allarme recessione globale (crescita sotto al 2,5%).

L’inflazione sembra aver raggiunto il picco nelle principali aree economiche ed un rallentamento è plausibile per il 2023, fosse anche solo per il base effect. Tuttavia, continua il WGC, questo non implicherà la fine immediata della fase restrittiva della politica monetaria e soprattutto i livelli dei prezzi tenderanno a rimanere alti a lungo, con implicazioni sui consumi delle famiglie. Le banche centrali sono attese quindi da un anno nel quale la necessità di riportare i prezzi ai livelli di sostenibilità auspicati si bilanceranno con un peggioramento della condizione economica. Un bilanciamento che fa prevedere un cambio di rotta (riduzione dei tassi) tra la seconda metà del 2023 ed il 2024.

Cosa significa tutto questo per l’outlook 2023 dell’oro? Il report del WGC traccia alcune relazioni che possono essere utili. Innanzitutto un rallentamento economico che si traduce in una recessione di lieve entità è statisticamente un fattore positivo per i prezzi del lingotto. E se l’economia dovesse deragliare più del previsto, l’avversione al rischio che ne deriverebbe porterebbe altra legna in cascina per l’oro (che rimane un bene rifugio).

Una delle correlazioni più solide sui mercati finanziari è sicuramente quella che lega l’oro al dollaro. Ed è una correlazione negativa che potrebbe giocare a favore del lingotto, visto che un cambio di rotta della FED ed una crescita economica più debole influirebbero negativamente sulle quotazioni del biglietto verde. Proprio la perdita di smalto da parte del dollaro è alla base del recupero del future sull’oro che abbiamo visto in precedenza.

Anche dalla Cina, aggiunge il WGC, potrebbero arrivare spinte positive per i prezzi del lingotto. Una ripresa economica più convinta (magari innescata dall’abbandono della politica covid-zero) darebbe impulso alla domanda di oro (in questo caso non come investimento ma come materia prima).

Non mancano però i cosiddetti headwings, i venti contrari che potrebbero ridurre le potenzialità rialziste dei prezzi dell’oro. Il report ne cita due in particolare: una soft landing dell’economia ed una tendenza al ribasso dei prezzi delle materie prime, tendenza che un rallentamento della crescita economica potrebbe rafforzare.

In definitiva possiamo dire che l’outlook per l’oro nel 2023 appare orientato ad una risalita dei prezzi, frutto di un dollaro più debole e di prospettive di crescita in peggioramento, a cui si aggiunge un livello di incertezza generale che può spingere al ricorso al bene rifugio per eccellenza. A frenare questo ottimismo potrebbero essere una soft landing dell’economia USA ed una tendenza ribassista sul comparto delle materie prime.

Foto di Linda Hamilton

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