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ESG, se ne parla meno nei settori delle energie fossili

I latini sostenevano che ‘ubi maior minor cessat‘, vale a dire che la presenza di qualcosa di importante – una persona o un evento – fa sparire tutto il resto. E la locuzione sembra potersi adattare bene a quello che pare stia succendendo sul front ESG, più in particolare nel rapporto fra i settori industriali più strettamente collegati alle energie fossili ed i grandi temi della transizione energetica.

Tutto parte da una ricerca condotta da Bloomberg sull’utilizzo di termini collegati ai temi ESG nei verbali delle quarterly earnings calls delle società statunitensi che operano nel settore delle energie fossili, petrolifero e gas naturale. Lo studio, una conta automatizzata della presenza di termini quali “emissioni”, cambiamento climatico, ambiente, rinnovabili e via discorrendo, rivela che nell’ultimo trimestre l’utilizzo di termini collegati ad argomenti ESG è calato del 40% rispetto al massimo storico toccato nel primo trimestre del 2021. Da 507 citazioni si è passati alle 394 del primo trimestre 2022, fino alle 299 dell’ultimo giro di quarterly earnings calls. Il termine emissioni rimane quello più utilizzato, mentre solo 2 volte nelle trascrizioni emerge la locuzione cambiamento climatico.

Non è certo un caso che la tendenza discendente nell’utilizzo di termini collegati all’ESG sia andata di pari passo con un netto aumento dei costi dell’energia e quindi dei profitti del settore. Ubi maior minor cessat, si diceva. Ed infatti le pressioni che l’opionione pubblica ed i governi esercitavano su uno dei comparti più inquinanti si sono fatte via via meno forti, affossate dai problemi geopolitici che tutti noi conosciamo, mentre tra chi estrae e distribuisce petrolio e gas naturale si è fatta larga la consapevolezza che la transizione energetica sarà molto più complicata di quanto i governi immaginassero e che il ruolo dell’energia fossile non diventerà marginale in tempi brevi.

Certo, si potrà obiettare che le parole sono importanti ma contano di più i fatti. E negli ultimi due anni molte società del settore petrolifero e del gas naturale hanno iniziato a mettere in piedi progetti di transizione energetica a volte molto ambiziosi. Ma con l’obiettivo delle zero emissioni entro il 2050 che sembra ogni giorno sfuggire di mano, ogni minimo calo di attenzione desta una certa inquietudine.

Foto di Anita starzycka

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