Cambiamento climatico, con la biodiversità a rischio anche la stabilità finanziaria

Una delle tante sfide che politica, società ed economia si trovano ad affrontare nella complessa lotta al cambiamento climatico è quella relativa alla difesa della biodiversità. Un argomento che non riesce a fare titoloni sui giornali, ma che potrebbe diventare una variabile fondamentale per l’economia e per la stabilità finanziaria dei prossimi decenni.

Stando ai numeri della World Bank pubblicati lo scorso anno, il totale delle specie di piante ed animali a rischio estinzione toccherebbe quota 1 milione. Un valore già in assoluto considerevole che diventa ancora più importante se si aggiunge un ulteriore dato: 44 trilioni di dollari di prodotto interno lordo mondiale, la metà del PIL complessivo, sono generati direttamente od indirettamente dall’utilizzo delle risorse naturali (World Economic Forum). Per sintetizzare, la conservazione della biodiversità – una delle tante sfide del cambiamento climatico – non è importante solo per l’equilibrio dell’ecosistema terrestre, ma gioca un ruolo essenziale sul futuro della crescita economica mondiale. E anche la stabilità finanziaria ha molto a che fare con questo tema, come ci ricorda Moody’s in un recente studio.

Secondo gli economisti dell’agenzia newyorkese la pressione sempre maggiore delle autorità politiche e finanziarie sul tema della conservazione della biodiversità, mette in prima linea una nutrita schiera di settori industriali che sfruttano le risorse naturali per il loro business. Il venir meno di quest’ultime (anche e soprattutto a causa dell’incapacità di gestirle sostenibilmente da parte di queste industrie) avrebbe serie conseguenze per la tenuta dei conti e la loro capacità di ripagare i debiti contratti sul mercato. Facendo due conti Moody’s quantifica in quasi 2 trilioni di dollari il valore delle emissioni obbligazionario che potrebbero rischiare un pesante taglio del rating. E se si allarga il campo anche ai settori che dipendono in maniera indiretta dalle risorse naturali (dall’agricoltura al turismo), la massa di debito “a rischio” potrebbe sfiorare i 10 trilioni di dollari.

Alla catastrofe naturale potrebbe quindi aggiungersi una vera e propria catastrofe finanziaria. Il tempo per rimediare, anche se poco, c’è. E molti scommettono che nei prosismi anni i temi della biodiversità diventeranno centrali per la finanza green.

Foto di Joe

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