USA, fiducia consumatori crolla nel mese di febbraio

Negli USA la fiducia dei consumatori scende pesantemente nel mese di febbraio. L’inflazione, con le sue conseguenze sulle finanze personali, preoccupa. In Russia la banca centrale alza i tassi di 100 punti base. Questo ed altro nell’ultima K Briefing della settimana.

Gran Bretagna, ultimo trimestre 2021 in crescita per l’economia. L’economia britannica ha chiuso il 2021 con un trimestre di crescita, il terzo consecutivo. Il PIL è salito dell’1% su base congiunturale, un decimo in meno delle attese, grazie soprattutto ad un buon contributo delle esportazioni. Su base mensile il PIL del Regno Unito ha registrato una flessione nell’ultimo mese dell’anno, un -0.2% che rappresenta il primo segno meno dal luglio scorso, meno peggio di quanto si attendessero i mercati. A trascinare verso il basso il dato è stato il settore dei servizi, la cui produzione ha segnato un rosso di tre punti percentuali. Tiene la produzione industriale, cresciuta dello 0.3% rispetto a novembre 2021. Bene anche il settore delle costruzioni: +2%. Nel complesso l’economia britannica è cresciuta del 7.5% nel 2021. Per la statistica si tratta nella migliore performance annua dal 1941. Per gennaio 2022, il Niers stima una crescita del PIL pari allo 0.9%, un decimo meno delle attese.

Russia, maxi rialzo dei tassi per la banca centrale. La banca centrale russa ha alzato i tassi di interesse di un punto percentuale nell’ultima riunione, portando il riferimento al 9.5%, massimo dal marzo del 2017. L’operazione, attesa dai mercati, si è resa necessaria per contrastare da un lato la crescente inflazione, dall’altro per provare a ravvivare il rublo colpito nelle ultime settimane dall’aumentare delle tensioni sulla vicenda ucraina. Il board non esclude ulteriori rialzi nei prossimi mesi, tanto da rivedere il range dei tassi atteso per il 2022 tra il 9% e l’11%, contro il precedente intervallo 7.3%-8.3%.

USA, fiducia consumatori crolla nel mese di febbraio. L’indice di fiducia dei consumatori elaborato dall’Università del Michigan scende nel mese di febbraio e tocca i minimi dall’ottobre del 2011. L’indicatore si ferma a quota 61.7, quasi sei punti in meno di gennaio e sotto le attese del mercato. Peggiorano sia la percezione della condizione economica attuale, sia le aspettative per i prossimi mesi. L’inflazione è tra le principali preoccupazioni, un terzo degli intervistati la cita come possibile causa di peggioramento della situazione finanziaria personale. L’aspettativa a 12 mesi si porta al 5%, il livello più alto dal luglio del 2008. Invariata al 3.1% l’aspettativa di inflazione di medio termine. Il risultato di febbraio, sottolineano i curatori del sondaggio, segnala l’inizio di un periodo di calo nei consumi la cui dimensione non è ancora delineabile.

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