Afghanistan sul filo della catastrofe economica

Un recente rapporto dell’ONU avverte che la disperata situazione del sistema bancario in Afghanistan può portare ad una catastrofe economica del paese.

Sono passati poco più di tre mesi da quel 15 agosto 2021 che ha visto Kabul cadere ancora una volta nella mani dei talebani. Da allora i riflettori internazionali si sono a poco a poco spenti, ma la situazione continua a peggiorare. E dal punto di vista economico si rischia una vera e propria catastrofe.

A dirlo è uno stringato report dell’U.N. Development Programme pubblicato qualche giorno fa. Per gli esperti dell’ONU la situazione del sistema bancario in Afghanistan è precipitata dalla metà di agosto in poi, ed il rischio di collassare si fa di giorno in giorno sempre più concreto, con la conseguente catastrofe economica, e non solo, che si può facilmente intuire.

Il ritorno al potere dei talebani ha avuto come prima conseguenza l’isolamento economico e finanziario del paese. Il sistema bancario locale, di per sé già abbastanza fragile, ha visto così in pochi giorni venir meno sia il magro flusso di liquidità interna, sia l’essenziale iniezione di cash che arrivava dall’estero sotto forma di programmi di aiuto e di altri sostegni forniti da associazioni no profit. I numeri elaborati dall’UNDP danno l’idea del problema: se questo trend di prosciugamento di liquidità continuerà, quasi la metà dei depositi bancari sarà cancellata entro l’anno. Il tasso dei crediti marci è raddoppiato da fine 2020 a settembre 2021, praticamente oltre 1 credito su 2 è NPL.

L’UNDP calcola che dei circa 4 miliardi di dollari di liquidità presenti nell’economia afgana ne stia circolando una frazione pari a 500 milioni di dollari. Il resto, sostiene Al Dardari, rappresentante dell’UNDP a Kabul, viene nascosto dalla popolazione per paura di quanto può accadere nei prossimi mesi.

Con questi numeri e con le poche prospettive di miglioramento alle viste, il sistema bancario afgano rischia di collassare nel giro di pochi mesi. E le conseguenze del suo crollo dal punto di vista economico e sociale possono essere catastrofiche. Basta solo ricordare, come fa il report dell’ONU, il valore annuo complessivo delle importazioni. Nel 2020 queste sono state pari a 7 miliardi di dollari, per la maggior parte in derrate alimentari. In altri termine, senza un sistema finanziario in grado di garantire le transazioni, la popolazione rischia di trovarsi a secco di cibo.

Foto di Erika Wittlieb

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