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S&P500, è ancora corsa al rialzo delle stime sugli utili

Dai dati elaborati dal FactSet ad inizio mese la corsa al rialzo delle stime sugli utili dell’S&P500 continua, anche se il ritmo denota qualche cenno di frenata.

Uno dei segnali più evidenti della ripresa economica è il suo impatto sulle previsioni di profitto delle imprese. Se aumentano i consumi di beni e servizi, di pari passo – o quasi – anche le imprese vedono migliorare i propri conti. E gli investitori – che di regola dovrebbero giudicare le società proprio in base alla loro capacità di generare profitti nel tempo – agiscono di conseguenza.

Anche per questo motivo è sempre molto interessante leggere le previsioni sugli utili fornite dalla folta comunità di analisti finanziari. In particolare, in questo periodo, può fare la differenza sapere se le previsioni sui profitti aziendali continueranno ad essere al rialzo oppure, chiusa una prima fase di euforico ritorno alla normalità, assisteremo ad una frenata nelle prossime trimestrali.

Come al solito gli Insights della società statunitense FactSet sono utilissimi allo scopo. Cosa ci dicono? Dall’ultimo report datato inizio agosto leggiamo che nel mese di luglio, vale a dire nel primo mese del terzo trimestre, gli analisti finanziari hanno continuato a migliorare le loro stime di EPS (utile per azione) delle società appartenenti allo S&P500. Lo hanno fatto per il quinto trimestre consecutivo, battendo il precedente “record” del 2004 (quattro trimestri consecutivi). In media si tratta di una revisione al rialzo di 3,6 punti percentuali, valore ragguardevole (siamo a più del doppio della media a 5 anni) ma – ecco una prima informazione – in leggero calo rispetto alla lettura di aprile 2021 (+4.6%).

Guardando i dati relativi ai singoli settori si nota come energia e materie prime siano quelli con il maggiore rialzo in termini delle stime di utili, rispettivamente con un +14% ed un +8.8%. E questo era facile prevederlo. Un po’ meno prevedibile è invece la riduzione delle stime di EPS per il settore dei consumi di base (-2.1%), ma osservando l’andamento opposto dei consumi discrezionali si può intendere il dato come un effetto delle riaperture post covid, con i consumatori orientati verso i beni discrezionali ed i servizi piuttosto che verso i consumi di base.

Foto di Steve Buissinne

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