La settimana si apre con i dati finali dei sondaggi PMI servizi e composite di giugno. Tra molte conferme e qualche frenata, specie in Cina, brilla l’Eurozona. Questo ed altro nella nostra K Briefing del lunedì.
Sondaggi PMI servizi di giugno. Il dato finale tra miglioramenti e qualche frenata. Molti miglioramenti, soprattutto in Europa e qualche frenata, la più vistosa in Cina. Questo l’esito finale dei sondaggi PMI servizi e composite di giugno. Andiamo a vedere le aree principali.
Australia. Per il settore servizi austrialiano giugno è stato il 10° mese consecutivo in fase espansione. Il dato finale migliora leggermente la stima preliminare ma conferma il leggero calo rispetto a maggio: 56.8 da 58. A frenare il dato le nuove restrizioni imposte nello stato di Victoria a causa della pandemia. Gli indicatori rimangono nel complesso molto positivi. Sul fronte dei prezzi nessuna decellerazione, costi di imput al 13° mese di rialzo e prezzi di vendita che ritoccano i massimi. Nel complesso il settore privato segna il 10° mese consecutivo di espansione, rintracciando leggermente rispetto al massimo di maggio.
Cina. A giugno il PMI servizi tocca il minimo da 14° mesi, perde quasi 5 punti rispetto al mese precedente e si ferma a 50.3, oltre un anno in zona espansione. A pesare sull’andamento del sondaggio nel primo mese d’estate è ancora una volta il covid, in particolare la chiusura massiccia di attività nella provincia di Guangdong. Due i dati significativi: il ritorno in zona contrazione della componente occupazione, prima volta da quattro mesi a questa parte; la crescita più moderata dei prezzi di input, con quelli di vendita che per la prima volta da un anno a questa parte registrano un calo. Per il settore privato cinese è ancora espansione, seppur con il ritmo più basso dall’aprile del 2020, in piena fase di normalizzazione dopo le montagne russe della pandemia.
Giappone. 17° mese consecutivo di contrazione per il settore servizi giapponese. A fine giugno il sondaggio PMI migliora sia rispetto alla stima preliminare, sia rispetto al mese precedente, ma si colloca ancora sotto la soglia dei 50 punti (a 48). Anche qui come in Cina si raffredda la crescita dei prezzi, con quelli di input saliti al ritmo più lento da quattro mesi a questa parte. Nel complesso il settore privato rimane per il secondo mese consecutivo in zona contrazione, mentre cresce l’ottimismo delle imprese, ai massimi dal 2013, anche per le forti aspettative sugli imminenti giochi olimpici.
Eurozona. E’ sicuramente l’area che migliora di più quella europea. A giugno il settore servizi chiude a 58.3, tre decimi sopra la stima preliminare e oltre tre punti in più rispetto a maggio; miglior risultato dal luglio del 2007. Riaperture e vaccinazioni spingono il settore servizi, con i nuovi ordini che toccano i massimi dall’estate del 2007 e l’occupazione che cresce ai ritmi più alti dall’autunno del 2018. Crescono anche i prezzi, quelli di input toccano i massimi dal 2008; i prezzi di vendita sono in salita a livelli che non si vedevano dal 2000. Molto bene Spagna, Italia e Francia, leggero calo per il PMI servizi tedesco che rimane comunque su livelli di tutto rilievo (57.5). Nel complesso il settore privato dell’Eurozona segna il miglior PMI composite dal giugno del 2006.
Gran Bretagna. Numeri elevati anche nel Regno Unito, dove la variante delta non sembra scalfire – per il momento – la fase di espansione del settore servizi. Il PMI di giugno chiude in rialzo rispetto alla stima preliminare, a 62.4, cinque decimi in meno rispetto al mese di maggio, secondo miglior risultato dall’autunno del 2013. Crescono su livelli record sia gli ordini (interni in massima parte), sia l’occupazione (massimi dal 2014). Difficoltà a soddisfare la crescente domanda: la componente arretrati registra un nuovo massimo storico. Nel complesso il settore privato rimane in netta fase di espansione, con ritmi elevati di nuovi ordini, andamento positivo dell’occupazione e dinamica dei prezzi ancora molto accesa.
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