Le domande improvvise. Cos’è la K-shaped recovery

Per descrivere l’ipotetica traiettoria della ripresa mondiale post pandemia si sono scomodate un numero non indifferente di lettere dell’alfabeto. Secondo una recente corrente di pensiero si va verso una K-shaped recovery, ma di cosa si tratta esattamente?

La forma della ripresa economica post pandemia. Ne abbiamo parlato spesso anche nel nostro blog. Associare la ripresa ad una forma, esattamente alla forma di una lettera dell’alfabeto, è un sistema pratico per indicare un percorso di recupero che può essere più o meno veloce e più o meno ottimistico. Così una ripresa a V o a Z indica un recupero completo dell’economia mondiale in tempi piuttosto veloci. Le lettere U e W aggiungono qualche ostacolo al percorso (un bottom prolungato oppure una doppia caduta). Infine la lettera L sta ad indicare una ripresa che “non ce la fa”, con l’economia che non recupera terreno dopo la caduta.

L’esperienza del covid-19 ha riportato in auge un altro concetto, quello della K-shaped recovery, vale a dire qualcosa che potremmo definire come una ripresa “selettiva”. In sostanza chi ritiene che l’economia mondiale abbia imboccato un percorso di ripresa a forma di K – tra questi c’è ad esempio JPMorgan – sostiene che alcuni settori dell’economia sono riusciti a recuperare dal bottom, altri invece sono destinati a rotolare ancora a lungo verso il basso.

Chi non ha subito particolarmente le restrizioni anticovid e chi ha beneficiato in maniera significativa delle politiche monetarie e fiscali espansive, ha potuto intraprendere un percorso dal basso verso l’alto. Al contrario, i settori più colpiti e le organizzazioni rimaste con meno risorse per resistere all’urto della crisi si sono incamminate lungo una strada che ad oggi è ancora in discesa. Due andamenti speculari che, se disegnati in un grafico, ricordano le forme della lettera K.

Ai due fattori ricordati in precedenza (settori ed politiche espansive) si aggiunge una terza causa scatenante della K-shaped recovery, vale a dire l’emergere nel corso della recessione di nuove tecnologie che portano ad una rapida obsolescenza di quelle precedentemente esistenti. Quella che Joseph Schumpeter – economista austriaco – chiamava distruzione creativa.

Se la ripresa a K è un concetto di per sé semplice, molto più complicate sono le sue conseguenza, in termini di occupazione e distribuzione della ricchezza. Conseguenze che potrebbero sfociare in un ulteriore amplificazione delle disuguaglianze economiche.

Foto di Muhammad Haseeb

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