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Ripresa della domanda, tra preoccupazioni e più spesa pubblica

Da un interessantissimo sondaggio confezionato da YouGov per Bloomberg emergono i grandi ostacoli che la ripresa della domanda nel 2021 dovrà affrontare, tra carovita e disoccupazione. E per questo i cittadini si aspettano ancora tanta spesa pubblica, anche se questo significa maggior debito.

Uno dei punti saldi di molti outlook per il nuovo anno è quello della ripresa della domanda di beni e servizi. Con l’arrivo dei vaccini e sempre minor restrizioni, è il ragionamento, le famiglie torneranno a comprare, a frequentare ristoranti, teatri, cinema ed infine a viaggiare.

E’ la speranza che coltiviamo tutti, seconda solo a quella di un farmaco in grado di curare e salvare le vite dei pazienti covid più gravi. La realtà potrebbe essere decisamente più complicata . Ad avvertirci di tutto ciò è un interessantissimo sondaggio confezionato da YouGov per Bloomberg (qui il link).

Cosa ci dice? Due sono le informazioni chiave dell’intervista fatta ad oltre 22 mila persone sparse per il globo. In primis che la propensione al consumo rischia di rimanere debole anche nel 2021. In secondo luogo che dai governi i cittadini si aspettano ancora aiuti, anche se tutto ciò si tradurrebbe in molto debito aggiuntivo.

Ipotizzando di ricevere una mensilità extra di stipendio, il campione del sondaggio non ha molti dubbi sul come utilizzarla. La maggioranza, infatti, impiegherebbe quel denaro per pagare debiti e per crearsi un cuscinetto di liquidità. Meno di 20 persone su 100 hanno ipotizzato di utilizzarlo per spendere; e fa sicuramente effetto leggere che gli intervistati statunitensi pronti a spendere questo ipotetico denaro extra sono sotto la media del sondaggio, dato che conferma un altro sondaggio YouGov, secondo il quale la maggioranza dei cittadini statunitensi ritiene troppo basso il contributo di 600 dollari inserito nel nuovo provvedimento del Congresso.

Ripresa della domanda a rischio? Il sondaggio è stato realizzato tra metà novembre e inizio dicembre, nel pieno della seconda ondata di contagi e con notizie ancora frammentarie sull’arrivo dei vaccini. E’ quindi probabile che qualcosa, in positivo, sia cambiato ma la tendenza rimane e va tenuta in considerazione. Il sondaggio rivela una forte preoccupazione da parte dei consumatori su quanto accadrà nel mercato del lavoro e sulla dinamica dell’inflazione. In molti, infatti, temono un aumento del costo della vita e questo li induce a programmare riduzioni di spese, soprattutto abbiglimento e tempo libero.

L’altro aspetto interessante del sondaggio YouGov è relativo alla risposta che i consumatori si attendono dai governi nel prossimo anno. Ed è una risposta che definiremmo fortemente keynesiana. I governi, sostiene la maggioranza del campione, devono spendere; anche se questo comporterà un ulteriore aumento del debito pubblico. A pensarla così oltre il 50% degli intervistati in paesi molto differenti, come Italia, Norvegia e Australia. Persino nel Regno Unito, dove il deficit pubblico sta toccando cifre record, è forte la richiesta per ulteriori interventi statali.

Foto di loufre

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