USA, ad aprile frenata dei consumi, arrivano i sostegni al reddito

Giornata ricca di dati sul PIL trimestrale in Europa, la Svezia tiene il segno più mentre per Italia e Austria i risultati sono peggio delle attese. Negli USA ad aprile frenata dei consumi, proprio mentre i trasferimenti statali fanno balzare all’insù i redditi personali. Questo ed altro nell’ultima K Briefing della settimana.

Svezia, primo trimestre positivo per il PIL. La Svezia segna un +0.1% di PIL nel primo trimestre 2020, soprattutto grazie al contributo delle esportazioni nette. Pur non avendo messo in atto misure di chiusura delle attività per contrastare la pandemia, la componente consumi del PIL svedese è scesa dell’1.7% (in larga parte per le minori spese di trasporto). Calata sensibilmente anche la componente degli investimenti privati (-0.9%) e le scorte (-0.5%). Il buon risultato delle esportazioni (+3.4%), unito alla flessione delle importazioni (-0.2%), consente alla Svezia di centrare una variazione positiva del prodotto interno lordo. Meno della stima preliminare (+0.3%) ma meglio delle attese del mercato (-0.6%). L’economia scandinava è vista comunque in ribasso, per il 2020, di oltre 6 punti percentuali, con la disoccupazione in forte aumento ed il governo che ha già messo mano ad un piano di stimoli.

In giro per l’Europa risultati peggio delle attese per Austria e Italia. Il primo trimestre si è chiuso peggio delle attese per diverse economie europee. In Austria il dato diffuso oggi parla di un -2.6%, un decimale in più della prima stima. In Italia il PIL segna -5.3%, contro la precedente stima del -4%. L’ondata di segni meno non risparmia quasi nessuno (la Svezia vista in precedenza). Per la Slovenia è il primo segno negativo da 6 anni, per la Lettonia addirittura da 10. Calo record in Belgio (-3.4%). La Francia segna -5.3%, meglio del -5.8% atteso.

Germania, vendite al dettaglio cedono meno del previsto. Ad aprile le vendite al dettaglio tedesche scendono ma considerevolmente meno di quanto ci si attendeva. Il dato mensile segna -5.3% con attese che superavano il 12% di flessione. Solo 1,3 punti percentuali in più rispetto alla flessione di marzo (rivista in positivo). Su base annua la flessione rispetto ad aprile 2019 è del 6,5% (atteso -14.3%, precedente -1.2%). Pur essendo una lettura tutto sommato positiva, va comunque ricordato che rappresenta la peggiore variazione mensile dal 2009 a questa parte.

Brasile, primo trimestre con PIL negativo da 4 anni. L’economia brasiliana segna un primo trimestre 2020 a crescita negativa. -0.3% su base annua, con il settore dei servizi a pagare il conto più salato (-0.5%). Su base trimestrale il tonfo è dell’1.5%, il peggior dato dal secondo trimestre del 2015.

Eurozona, inflazione piatta a maggio. La stima preliminare dell’inflazione di maggio nell’eurozona segna +0.1%. Si tratta del dato più basso dal 2016. Ancora una volta sono i prezzi dell’energia a tirare la volata al ribasso, ma si raffredda anche l’inflazione sui generi alimentari. Su base mensile il livello dei prezzi al consumo scende dello 0.1%. Il dato core, tuttavia, rimane fermo al +0.9% di aprile.

USA, ad aprile frenata dei consumi, arrivano i sostegni al reddito. La capacità di spesa dei cittadini americani segna una brutta frenata in aprile, -13.6% peggio delle attese di mercato e che si aggiunge al -6.9% di marzo. Si tratta del peggior calo mensile di sempre. Sul fronte delle entrate, i cittadini americani iniziano a beneficiare degli aiuti federali, i redditi personali aumentano del 10,5% ad aprile spinti proprio dagli stimoli attivati dal congresso.

L’inflazione PCE, la più controllata dalla FED, scende ad aprile al +0.5% annuo (-0.5% su base mensile), secondo calo mensile consecutivo.

USA, indice Michigan. L’indice di fiducia dei consumatori rimane sui minimi a maggio. La revisione del dato cambia di poco la situazione: 72.3 contro 73.7, in leggero recupero dal 71.8 di aprile. Le aspettative sulla situazione economica rimangono sottotono mentre aumentano, e sono riviste al rialzo, le aspettative di inflazione, sia a breve (+3.2%) sia a lungo (+2.7%). Dai curatori del sondaggio arriva una lettura interessante del dato: i consumatori USA sembrano aver limato le proprie preoccupazioni, anche grazie agli aiuti statali, ma la propensione al consumo (come dimostra la frenata dei consumi ad aprile) rimane azzoppata da una profonda incertezza sul futuro prossimo dell’economia americana. In altre parole, anche in presenza di sostegno al reddito, finchè il mercato del lavoro continuerà ad essere orientato al ribasso non c’è da attendersi una robusta ripresa di consumi e fiducia.

Corea del Sud, la difficile ripresa. Mentre la zona di Seul torna sotto lockdown per due settimane, non arrivano dati confortanti dalla produzione industriale. Ad aprile l’output dell’industria flette del 4.5%, peggio delle attese ed in controtendenza rispetto al +7.4% di marzo. Un passo falso che significa un -6% su base annua.

Giappone, produzione industriale ancora giù. Anche in Giappone l’uscita dalla crisi sanitaria si presenta complicata. Ad aprile la produzione industriale scende di un pesantissimo 9.1%, oltre le previsioni. Ma a preoccupare sono i dati di stima su maggio. Nel mese che si sta per chiudere l’output dell’industria è destinato ad un -4.1% mentre le attese erano per una ripresa. Ripresa che dovrebbe esserci a giugno con una stima del +3.9%.

Foto di Kasjan Farbisz

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