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Occupazione, boom richieste di sussidio negli USA

La giornata macro sta tutta in un grafico. E’ quello delle richieste di sussidio di disoccupazione negli USA che passano, in una sola settimana, da poco più 200mila a oltre 3 milioni. L’effetto covid-19 si abbatte sul mercato del lavoro statunitense. Questo ed altro nella penultima K Briefing della settimana.

Boom richieste di sussidio negli USA
Boom richieste di sussidio negli USA

Occupazione, boom richieste di sussidio negli USA. Dopo quanto registrato in Canada era ipotizzabile che anche il dato americano sulle richieste iniziali di sussidio alla disoccupazione segnasse un incremento record. Così è stato, nella settimana scorsa sono state 3,28 milioni. Un numero che occorre rileggere diverse volte per essere sicuri di non aver sbagliato scala di grandezza. Si tratta del valore più alto mai registrato dal lontano 1967, cioè da quando si è iniziato a registrare questo dato. La precedente rilevazione era ferma a 210mila richieste settimanali, ma era un altro mondo, ora lo possiamo dire. Il dato medio a 4 settimane sale a 1milione di richieste. I settori più colpiti? Ristorazione ed alberghi anche se forti emorragie di posti di lavoro si riscontrano un po’ in tutti i settori. Occorre comunque sempre ricordare come il mercato del lavoro americano sia caratterizzato da una flessibilità estrema, il che significa che tali numeri possono essere rovesciati anche in un lasso di tempo non troppo lungo (2,3 trimestri). Rimane la portata epocale della crisi attivata dal coronavirus e la velocità con la quale ha travolto la solidissima occupazione americana.

Francia e Germania, gli umori di imprese e consumatori. L’indicatore che misura il clima economico francese scende di dieci punti in marzo, fissandosi a 95. Si tratta della variazione mensile più grande mai registrata dal 1980 ad oggi. Come abbiamo oramai imparato, è il settore dei servizi quello che paga il fio maggiore, seguito da quello della vendita al dettaglio. Scende anche il settore manifatturiero mentre per il momento rimane invariato il clima nel settore delle costruzioni.

In Germania l’indice GfK sulla fiducia dei consumatori registra un calo. Dal 5,6 precedente passa a 2,7. Si tratta della peggior lettura dal maggio del 2009 ed al suo interno ci sono tutte le preoccupazioni che aleggiano sulla domanda interna. Cala sensibilmente la componente legata alle aspettative di reddito, aumenta la preoccupazione sull’evoluzione della situazione economica e si smorza la propensione agli acquisti, quest’ultima raggiunge il livello più basso dal giugno del 2013.

Foto di joko narimo

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