Cina. Le tensioni commerciali continuano a far male

In un lunedì avaro di dati ci si sofferma sullo stretto rapporto tra la Cina e le tensioni commerciali con gli USA. Il 15 dicembre si avvicina e l’accordo tra le due superpotenze rimane in bilico. Nella prima K Briefing della settimana anche Germania, Messico e molto altro.

Dati export cinese. Per la Cina le tensioni commerciali sono un cappio che si stringe sempre di più al collo dell’economia. Gli ultimi dati sulle esportazioni lo confermano. A novembre il calo complessivo è stato del 1,1%. Le merci in viaggio verso gli USA sono crollate del 23%. Un copione che si ripete oramai da un anno (12 mesi consecutivi di calo) e che con novembre ha rivisto i minimi del febbraio scorso. Tutto questo mentre si avvicina la data del 15 dicembre, giorno nel quale dovrebbero scattare i nuovi dazi statunitensi, e dalle due parti non sembrano arrivare segnali chiari e decisi verso un accordo.

Germania, migliora bilancia commerciale. Ad ottobre le importazioni tedesche sono rimaste invariate rispetto al mese precedente, mentre sono cresciute (a sorpresa) le esportazioni (+1.2%, contro attese di -0.7% e partendo dal +1.5% di settembre). Il risultato è una bilancia commerciale che migliora portandosi a +20,6 miliardi di euro, 1,4 miliardi di euro in più rispetto a settembre.

Fiducia degli investitori migliora in Eurozona. L’indice Sentix, che tasta il polso della fiducia degli investitori, migliora nella lettura di dicembre; 0.7 da -4.5 (attese erano per un ulteriore peggioramento).

Giappone, PIL terzo trimestre, revisione meglio di attese. +0.4% su base trimestrale, +1.8% su base tendenziale. Questa la crescita del PIl giapponese registrata tra settembre e novembre, rivista al rialzo rispetto alla stima precedente. Il dato è migliore delle attese, guidato dalle spese per investimenti. I consumi dei giapponesi, che contano per circa il 50% del prodotto interno lordo, sono saliti dello 0.5% (congiunturale). Sulle proiezioni per il quarto trimestre pesa però il crollo delle vendite a seguito dell’aumento dell’IVA dal 1° ottobre scorso. Intanto l’Economy Watchers Current Index, un indice che misura il polso della situazione economica vista dalla parte dei piccoli esercenti, rimane in zona pessimistica (39,4, sotto la soglia di 50 che divide l’aspettativa pessimistica da quella ottimistica) anche a novembre, pur migliorando dal 36,7 precedente.

Messico, inflazione sotto attese, occhi sui tassi. L’inflazione messicana è cresciuta meno del previsto a novembre. Un +0.8% su base mensile ed un +2.9% su base annua. A questo punto gli analisti si attendono il quarto taglio consecutivo del costo del denaro da parte della banca centrale già nella riunione del 19 dicembre.

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Image by David Mark

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