Il IX Rapporto annuale Unirec, l’associazione che riunisce le imprese dedicate alla tutela del credito, conferma il trend in crescita del settore. Una tendenza che rispecchia il complicato rapporto tra gli Italia ed il debito.
Se, prendendo i dati di Standard & Poor sul 2018, analizziamo la massa complessiva del debito italiano (pubblico e privato) si raggiunge una somma pari a circa 2,5 volte il PIL. Considerando che il solo debito pubblico ne vale circa il 130%, si intuisce che la penisola gode ancora di un basso indebitamento privato. Per gli analisti di S&P la dinamica del debito di famiglie ed imprese è in discesa e questo è, per una buona parte, dovuto alla situazione economica vissuta dal paese negli ultimi anni. Una congiuntura sfavorevole che ha visto ridursi la concessione di prestiti da parte degli istituti finanziari.
In questo quadro si innesta il IX Rapporto annuale Unirec, che indaga la situazione relativa al recupero crediti in Italia nel 2018 e ci suggerisce che la qualità del debito privato italiano sta peggiorando.
L’anno scorso l’ammontare di debiti non onorati ed affidati a società di recupero ha toccato la soglia monstre di 82,3 miliardi di euro. Rate di mutuo, finanziamenti, bollette e non solo, lasciate scadere e non pagate. Una cifra in crescita rispetto al 2017, con una variazione del 15% anno su anno. Addirittura, se si prende a riferimento il 2014 come anno di partenza, il totale dei debiti “non riscossi” è aumentato del 70%.
Gran parte dell’aumento è da ricondurre alle politiche di eliminazione degli NPL (i crediti “marci”) dai bilanci degli istituti bancari. Quasi la metà degli 82 miliardi citati in precedenza è infatti rappresentata da debiti di lunga data e, appunto, NPL. Il recente rapporto di Bankitalia sulla stabilità finanziaria del paese ci da alcune cifre: nel 2018 sono fuoriusciti dai bilanci delle banche 55 miliardi di euro di debiti “marci”. Ora gli NPL rappresentano circa il 4% del totale dei prestiti erogati.
L’impossibilità di onorare i propri debiti è, in larga parte, figlia di un periodo congiunturale piuttosto negativo, che ha visto il nostro paese perdere ricchezza e posti di lavoro. Il 68% dei debiti di difficile riscossione riguarda privati, il 31% è riferibile ad aziende e professionisti.
Nel complesso continua a scendere il rapporto tra totale del debito e somme recuperate, nel 2018 questo si è fermato al 10% (nel 2014 era al 20%).
Se da un lato aumentano le insolvenze, non ci sono buone notizie nemmeno sul fronte delle erogazioni. Ad aprile i mutui e le surroghe concessi alle famiglie italiane sono scesi del 10,8% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Da inizio anno la flessione è del 7,9%. Per chi arriva all’agognata concessione si profilano importi più consistenti ma tempi più lunghi di rimborso. Il 30% circa dei nuovi mutui ha un importo tra i 100.000 ed i 150.000 euro, mentre oltre il 70% dei nuovi prestiti ha una durata superiore ai 15 anni.