Gennaio tra trimestrali e volatilità

Tra poche ore il voto londinese sulla Brexit potrebbe innescare una nuova fase sui mercati azionari mondiali. Nell’attesa le preoccupazioni sono tutte rivolte ai primi veri segnali di rallentamento provenienti dalle società quotate. Gennaio sulle borse rimane intrappolato tra trimestrali e volatilità.

Il primo input ci arriva da un report di FactSet, che mette in relazione i risultati attesi per il quarto trimestre con quelli ottenuti dalle società quotate sullo S&P 500 nei 3 trimestri precedenti. La crescita media (anno su anno) degli utili ottenuti nei primi 3 trimestri è stata del 25,5% mentre quella attesa per il quarto trimestre si ferma al 10,6%. Questo dato ci dice due cose. Da un lato la crescita degli utili prosegue in maniera robusta, dall’altro è innegabile la tendenza al ribasso. Come spiegano alcuni analisti, anche nel 4° trimestre ci saranno molte trimestrali in grado di battere le attese ma saranno comunque in numero inferiore rispetto alla media degli ultimi trimestri.

Le cause di questo trend al ribasso? Su tutte il perdurante clima di tensione sul commercio internazionale, un dollaro più forte, uno stimolo fiscale oramai agli sgocccioli e, ultimo arrivato, lo shutdown voluto dal presidente Trump e che rischia di intaccare le previsioni di crescita USA del primo trimestre 2019.

Sempre FactSet ci consegna un altro dato molto interessante. Le previsioni di crescita dei profitti delle società quotate sullo S&P500 per il primo trimestre del 2019 segnano il passo. A settembre scorso il dato era fissato a +6,5%, ora l’aumento stimato si ferma ad un poverissimo 1,9%. E per alcuni settori, tra cui l’IT, potrebbe riaffacciarsi il segno meno. Una situazione non entusiasmante che interessa anche i ricavi, segno evidente del rallentamento della domanda. Se la media di crescita dei ricavi nei primi 3 trimestri del 2018 è stata del 9,7%, secondo FacSet, le attese per il 4° trimestre sono del 5.6%, mentre le stime per il primo trimestre 2019 sono per un +6,3%.

Si diceva del rischio che alcuni comparti industriali possano realizzare, nel primo trimestre 2019, utili più bassi rispetto all’inizio del 2018. Il secondo input ci arriva da Morgan Stanley che, nei giorni scorsi, ha lanciato un warning sul settore dei semiconduttori, industria sentinella per quel che riguarda la persistenza della fase di espansione del ciclo economico. Per la banca statunitense sul settore sono previsti utili in calo e magazzini sempre più pieni, con il rischio che la domanda, nel nuovo anno, possa ulteriormente indebolirsi visti i pesanti segnali arrivati dalle vendite di auto e di smartphone.

Ed incertezza sugli utili fa rima con volatilità. Questo è il terzo input che ci arriva da un report di SocGen. Il dato in sè risulta abbastanza prevedibile. L’aumento dell’incertezza sulle trimestrali fa scivolare gli operatori nel dubbio amletico sull’investire o meno e questo si riflette sull’andamento dei prezzi. Da SocGen fanno notare che l’andamento del VIX (l’indice che monitora la volatilità sulla borsa americana) e l’indice che misura l’incertezza sulle attese di utili sono generalmente sincronizzati ma quando il secondo si “stacca” sensibilmente dal primo la conseguenza è un forte scossone sui listini. E’ accaduta ad inizio 2018.

Trimestrali e volatilità sono le parole d’ordine di questo gennaio sui mercati finanziari. Ma intanto a Londra…

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