Con le violente oscillazioni degli ultimi giorni sono tanti i risparmiatori che, di fronte al mercato azionario, si pongono la domanda se sia il caso o meno di investirci. Su un orizzonte temporale adeguato e sfruttando i piani di accumulo (PAC), la risposta è si.
L’approccio che dovrebbe guidare un risparmiatore nell’investire i propri soldi lo abbiamo già trattato in diversi post, ricordando l’importanza di obiettivi ed orizzonte temporale. Di fronte alle recenti e vistose oscillazioni dei listini azionari, però, anche i più preparati tendono ad esitare. Meglio aspettare tempi migliori? Perchè dovrei entrare ora nell’azionario se è prevista una correzione?
Domande legittime ma legate a due preconcetti. Il primo è la tendenza a non considerare l’investimento nel suo corretto orizzonte temporale, il secondo consiste nella falsa certezza di saper individuare quale sia il momento migliore per entrare nel mercato azionario. In realtà sappiamo che in un orizzonte temporale di almeno 5 anni la componente decisiva per la performance di un portafoglio è la sua asset allocation, solo una minima parte di quanto otterremo è frutto della scelta dei tempi di entrata nel mercato e della selezione delle azioni “giuste”.
Analizzati i propri bisogni e verificato che l’orizzonte temporale ed il proprio profilo di rischio siano adeguati ad un investimento azionario, occorre mettersi subito all’opera. A questo punto può sorgere un nuovo dubbio: investire tutto e subito o diluire l’investimento nel tempo utilizzando una strategia PAC (piano di accumulo)?
Non c’è una risposta univoca ma dipende molto dall’orizzonte temporale del nostro investimento. Più è lungo l’orizzonte temporale (sopra i 5 anni) e più le due strategie tendono ad eguagliarsi. Su orizzonti temporali più corti (dai 5 ai 10 anni) l’utilizzo dei piani di accumulo, per effetto della mediazione sui prezzi di acquisto, tende a smorzare le oscillazioni dell’investimento. Proprio sfruttando questa caratteristica, il PAC risulta un buon metodo di investimento in periodi di volatilità accentuata, naturalmente stando attenti ai costi ed evitando frequenze di investimento troppo alte.