Powell (FED) frena sui tassi. Colpa dei dazi?

Il governatore della Federal Reserve, Powell, frena sulle ipotesi di ulteriori rialzi dei tassi di interesse. La mossa, che piace alle borse, va contro le attese che, nelle ultime settimane, erano per altri due rialzi entro l’anno.

Nel corso dell’audizione di fronte alla commissione Banche del Senato USA, il governatore Powell ha sottolineato come la stretta sulla politica monetaria non sarà affatto veloce. La Federal adotterà una strategia che sarà flessibile e capace di adattarsi ad eventuali cambi di scenario che dovessero proporsi da qui ai prossimi mesi.

Il pensiero corre veloce alla guerra commerciale, nei fatti già in essere, tra Stati Uniti e Cina ed al possibile “scoppio” di un secondo conflitto tra USA ed Europa. Non è un mistero il fatto che, per molti analisti, il perdurare di un muro contro muro tra i vari protagonisti potrebbe avere effetti recessivi ben più veloci di quanto si pensasse fino a qualche mese fa. Secondo alcuni studi, lo scenario più pessimistico potrebbe far cadere l’economia mondiale in recessione già a cavallo tra il 2018 ed il 2019.

In un quadro così fragile ed imprevedibile le dichiarazioni di Powell paiono del tutto condivisibili. Un ritorno alla prudenza accolto positivamente  dai mercati, che vedevano in un rialzo troppo repentino dei tassi un rischio per la loro tenuta.

Se il futuro appare alquanto nebuloso, il presente sembra confermare che la fase di espansione economica USA continua. La stagione delle trimestrali sta consegnando risultati oltre le attese per quanto riguarda i profitti (salvo qualche – clamoroso – caso, come Netflix ). Attenzione però. Accanto ai segni più dei profitti emergono segnali di rallentamento della domanda, deboli indicatori che la “stamina” della fase di crescita sta,  lentamente, calando.

Gli ultimi articoli di Ekonomia.it direttamente nella tua casella mail. Iscriviti qui sotto.
I dati trasmessi attraverso questo modulo sono trattati secondo la nostra privacy policy, in linea con la normativa vigente. Per nessun motivo verranno ceduti a terze parti o utilizzati per l'invio di messaggi di natura commerciale.