Le domande improvvise: cosa significa hedging?

Ci sono alcuni termini finanziari che negli ultimi tempi, grazie anche al successo di strumenti quali gli ETF, sono diventati di uso comune nel lessico dell’investitore medio. L’hedging è uno di questi, ma di cosa stiamo parlando?

Con la parola Hedge (da cui il termine hedging) si intendono in generale tutti quegli investimenti finanziari che adottano una strategia tesa a ridurre il più possibile le oscillazioni di prezzo di un portafoglio o di una singola attività finanziaria detenuta. Si parla a questo proposito di copertura. Normalmente questa prevede la presenza nel portafoglio di due strumenti correlati inversamente l’uno con l’altro ed aventi lo stesso sottostante. L”hedging è utilizzato soprattutto nelle attività di trading (investimenti a fine speculativo).

Ad esempio, se sono un trader,  investo in una azione A e voglio coprirmi dal rischio che, ad una certa data,  il suo valore scenda, dovrò detenere un altro strumento finanziario che si comporti inversamente all’azione A.

Gli strumenti più utilizzati per l’hedging sono i derivati; Opzioni, futures e simili consentono di detenere in portafoglio, nello stesso momento, una posizione lunga (azioni, obbligazioni, valute) ed una posizione corta (il derivato) su un determinato sottostante.

Nel caso del nostro trader, ipotizziamo di comprare oggi l’azione A a 10 euro.  Per coprirci dal rischio che l’azione, ad una certa data, perda valore possiamo, ad esempio, acquistare una opzione put  sull’azione A (ossia un derivato che ci da la possibilità di vendere l’azione in una data futura ad un determinato prezzo). Se l’azione sale, lasceremo scadere l’opzione senza esercitarla. Se l’azione scende sotto 10 andremo ad esercitare l’opzione vendendo l’azione a 10. (Ovviamente l’opzione ha un costo ed una sua volatilità, per cui la copertura non sarà mai del 100%)

Oltre che per chi fa trading, l’attività di hedging è molto importante per la copertura, in particolare, di due rischi: il rischio di valuta ed il rischio di tasso. Nel primo caso si cercherà di coprire il nostro investimento in valuta estera dal rischio che questa si svaluti rispetto alla valuta interna. Nel secondo caso cercheremo di proteggere un investimento obbligazionario dal rischio che un aumento dei tassi di interesse, agendo negativamente sul prezzo dei titoli, vada a ridurne il valore.

Nel caso del rischio di cambio, l’attività di hedging sarà, semplificando al massimo, la seguente: ho un investimento di 10000 dollari USA, per proteggermi dal rischio che il dollaro si svaluti rispetto all’euro dovrò detenere una posizione “contraria” che mi protegga dall’oscillazione. Gli strumenti utilizzabili sono ancora una volta i derivati, quali ad esempio, currency future, currency option, currency swap. Ad esempio, se mi aspetto una svalutazione del dollaro, potrei vendere un currency future sul dollaro riacquistandolo prima della scadenza ad un prezzo inferiore.

Lo stesso identico meccanismo lo si dovrà utilizzare per il rischio di tasso. Se ad esempio acquisto un Bund tedesco a 10 anni, per proteggermi dal rischio che il tasso salga, riducendo il prezzo del titolo, dovrò assumere una posizione corta (una vendita) sul corrispondente futures sul Bund a 10 anni.  Il calo del prezzo del Bund sarà compensato dalla chiusura della posizione corta sul futures (ad un prezzo inferiore rispetto a quello di vendita).

Dicevamo in presentazione che la diffusione degli ETF ha contribuito a diffondere il termine hedging tra gli investitori. Sul mercato, infatti, è possibile trovare molti etf hedged, si tratta di strumenti che vanno a coprire, generalmente, il rischio di cambio, permettendo all’investitore di prendere posizione in valuta estera senza dover soffrire delle sue oscillazioni rispetto alla valuta interna.

Attività di copertura vengono normalmente poste in atto dai fondi comuni di investimento, dai fondi pensione e dai fondi assicurativi. Si tratta di attività tecnicamente complicate e quasi mai adatte ad una replica “casalinga”; occorre considerare, inoltre, l’utilizzo di strumenti finanziari ad alto rischio – i derivati – che potrebbero, in caso di scenari sfavorevoli, portare a pesanti perdite.

Gli ultimi articoli di Ekonomia.it direttamente nella tua casella mail. Iscriviti qui sotto.
I dati trasmessi attraverso questo modulo sono trattati secondo la nostra privacy policy, in linea con la normativa vigente. Per nessun motivo verranno ceduti a terze parti o utilizzati per l'invio di messaggi di natura commerciale.