Obbligazioni, azioni, valute. Cosa ci dicono i mercati ad agosto?

Nella quiete agostana molti risparmiatori trovano qualche minuto in più da dedicare agli investimenti.  In questo mese, nel cuore dell’estate, i mercati ci stanno lanciando messaggi interessanti su cui è bene riflettere. Vediamo qualche spunto.

Azionario. Europa acquista appeal

La ripresa nel vecchio continente sembra aver cambiato marcia ed il secondo semestre del 2017 dovrebbe vedere un ulteriore irrobustimento dei ritmi di crescita. Le società europee tornano a fare utili e questo attira capitali. Sarà una ripresa ancora improntata sulle esportazioni con i consumi interni e l’inflazione che stentano a decollare.

Sul fronte a stelle e strisce si va verso una fase di consolidamento che, salvo colpi di scena, dovrebbe portare ad una crescita sopra ai due punti percentuali anche per la seconda parte del 2017. La ripresa occupazionale continua ma la nuova fase di debolezza del dollaro e la difficile situazione politica interna sembrano aver messo in circolo una certa prudenza circa le reali prospettive del mercato azionario USA. La Fed potrebbe non rinunciare ad una terza stretta sui tassi entro l’anno e questo renderebbe ancora più traballante la situazione.

Obbligazionario, la marea di liquidità inizia ad abbassarsi

In principio fu la FED ma entro la fine dell’anno potrebbe accodarsi anche la BCE. Di cosa stiamo parlando? Di tapering, ossia della graduale chiusura dei rubinetti che, dal 2009 ad oggi, hanno allagato i mercati con qualcosa come 15400 miliardi di dollari. La Fed si è portata avanti con due rialzi, promettendone un terzo entro il 2017 ed altri 3 nel 2018.  A stretto giro potrebbero iniziare la stessa manovra le banche centrali di Canada e UK.  La BCE deciderà a settembre le prossime mosse.

I segnali inviati dai mercati sono abbastanza chiari: i Bund a 10 anni hanno visto risalire il rendimendo ai livelli di fine 2015, rendimenti in rialzo anche per i titoli di stato italiani e persino per quelli giapponesi. I rendimenti del comparto obbligazionario sono inferiori al tasso del PIL nominale. In definitiva gli investitori si aspettano che la politica monetaria espansiva delle banche centrali volga al termine entro i prossimi 12 mesi ed i corsi delle obbligazioni sono quindi destinati a scendere.

Euro/Dollaro

Da gennaio il dollaro ha perso rispetto all’Euro ma anche rispetto alle altre valute. Un segnale che significa una cosa sola: i mercati sono prudenti sull’amministrazione Trump e le promesse riforme protezionistiche sembrano di là da venire. Una maggiore brillantezza dei mercati azionari europei ha completato l’opera riuscendo ad annullare l’effetto rialzo tassi Fed.

Tuttavia non pare essere una situazione di equilibrio e la fine dell’anno potrebbe portare con se un recupero della moneta americana.

Geopolitica, un rebus

Rimane molto complicata la situazione geopolitica internazionale. Oltre allo storico scacchiere mediorientale si va formando una densa nube nera sopra i cieli della Corea del Nord. Ai rischi di una escalation atomica si aggiungono quelli per i sottili equilibri tra i grandi player dell’area: Cina e Giappone. Una variabile impazzita, quella geopolitica, che può incidere sull’ultima parte del 2017.

Azionario e obbligazionario in correzione?

La domanda non è se accadrà ma quando accadrà. Una correzione per entrambe i mercati sembra ineludibile, rimane da capire la tempistica e la forza di questo movimento. Ad oggi sembra più vicina per l’obbligazionario rispetto all’azionario ma un’accelerazione della stretta monetaria potrebbe avere ripercussioni importanti anche su mercato azionario.

 

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