La Fed temporeggia tra elezioni e scenari meno rosei

Negli ultimi giorni la voce si era fatta insistente ed alla fine è arrivata la conferma: la Fed, per il momento, lascia i tassi inviariati. Una scelta non unanime che la Banca centrale statunitense giustifica con la necessità di attendere ulteriori conferme sulla crescita economica del paese.Nessuna data certa per il prossimo rialzo anche se nella dichiarazione finale appare la frase “le condizioni per un rialzo dei tassi si sono rafforzate”. Gli analisti pensano a dicembre e per almeno due buoni motivi. In primo luogo in quel mese la Yellen ed il board avranno la possibilità di avere sottomano i dati del terzo trimestre e le prime stime sull’andamento delle vendite “natalizie”, questi dati potranno evidentemente dare conferme importanti sulla qualità della crescita a stelle e strisce. In secondo luogo, se Dio vuole, a dicembre sapremo anche chi sarà il nuovo presidente degli Stati Uniti ed avremo saggiato le conseguenti reazioni dei mercati finanziari.

Appare comunque confermata la sensazione di una Fed sempre più “accomodante” nei confronti dei mercati e che cerca di “non disturbare il conducente” nel bel mezzo di una campagna elettorale giocata fin anche sui colpi di tosse e sul colesterolo dei candidati.

Ma non sarebbe corretto buttarla solo in politica. Le stime OCSE di ieri e gli stessi dati della Fed dimostrano come ci aspetti un 2017 fiacco ed ogni decisione va quindi ponderata con attenzione.

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