La notizia dell’accordo trovato da governo e sindacati sulla pensione anticipata (APE) ha dato la stura a calcoli e commenti di vario genere. In realtà non ci sono ancora documenti definitivi perchè molti dettagli devono essere messi a punto. Una prima versione “solida” del nuovo sistema dovrebbe essere pronta solo dopo il 21 settembre.Cerchiamo perciò di vedere cosa, ad oggi, sappiamo dell’APE. Innazitutto ribadiamo cos’è: un sistema che permetterà ai lavoratori (dipendenti ed autonomi, con almeno 20 anni di contributi e nati fino al 1954) di poter andare in pensione fino a 3 anni e 7 mesi prima del termine imposto dall’attuale legislazione (Legge Fornero) ossia i 66 anni e 7 mesi.
Il governo, attraverso questo strumento, vuole introdurre una flessibilità in uscita nel sistema pensionistico che permetta a coloro che lo desiderano ed hanno i requisiti minimi di andare in pensione in anticipo.
Naturalmente la pensione anticipata avrà un costo. Il lavoratore si assumerà infatti l’onere di questa richiesta attraverso l’adesione ad un prestito bancario “previdenziale” della durata di 20 anni le cui rate mensili saranno dedotte direttamente dall’INPS dalla pensione mensile del lavoratore.
Il costo varia a seconda del “peso” dell’assegno pensionistico e dell’anticipo pensionistico richiesto. Sarà perciò più leggero se si chiederà, ad esempio, un anticipo di un solo anno. Per alcune categorie (lavori usuranti, disoccupati, persone in particolari situazioni di disagio economico e familiare) il costo dell’anticipo sarà pagato dallo stato (costo previsto di circa 1 miliardo di euro).
La riduzione dell’assegno pensionistico, dalle prime stime, dovrebbe aggirarsi attorno al 5% per l’anticipo di un anno arrivando ad un pesante 20% per chi decide di anticipare di 3 anni l’uscita dal mondo del lavoro.
Uno dei grandi dubbi che ha accompagnato sino ad ora l’APE era relativo alle modalità di rimborso di questo prestito bancario previdenziale a 20 anni. Il governo ha chiarito che il pagamento verrà effettuato direttamente dall’INPS (quindi la pensione incassata sarà netta) e che non vi sono garanzie reali ma è prevista un’assicurazione che interverrà, nel caso il pensionato deceda prima dello scadere dei 20 anni, per la restituzione delle somme prestate dalla banca . Il costo di questa assicurazione (pur con tariffe agevolate) sarà a carico del pensionato.
Per i lavoratori che hanno aderito ad un piano di previdenza integrativa all’APE si affiancherà la RITA. In parole povere si potrà spostare una parte della somma accantonata nella previdenza integrativa per “pagare” l’anticipo pensionistico riducendo in questo modo il costo mensile dell’APE.
Molti aspetti sono ancora da chiarire ed è perciò opportuno attendere il 21 settembre, giorno nel quale, secondo le parti, si potrà finalmente annunciare la nascita di questo nuovo congegno pensionistico. Solo allora potremo iniziare qualche analisi e capire a chi convenga e in quali termini.