Battere il mercato? Sempre più difficile.

E’ stato pubblicato in questi giorni un interessante studio di CreditSights volto a misurare la capacità di generare rendimento da parte delle varie asset class. L’indice sintetico calcolato dall’istituto di ricerca dimostra come le differenze di rendimento tendano a ridursi rendendo sempre più difficile battere il mercato.

CreditSights ha analizzato i rendimenti delle singole asset class costruendo con i dati ottenuti un indice, il Total return range, che misura la differenza tra l’asset più performante e quello meno performante. Il risultato per il 2016 (a settembre) mostra una differenza del 14,6%. Nel 2015 questa differenza era del 22%, del 30% nel 2014.

Osservando le rilevazioni dell’indice dal 1997 ad oggi si nota come la compressione del rendimento sia un trend oramai consolidato.

creditsight

In uno scenario di questo tipo le strategie che puntano a battere il mercato, creando extrarendimenti rispetto all’andamento del benchmark di riferimento, diventano sempre più difficili da attuare.

Ma da cosa dipende questo andamento dell’indice Total return range? Per rispondere a questa domanda basta citare un altro dato della ricerca di CreditSights: nel 2016 (almeno fino ad oggi) tutte le 17 asset class monitorate dall’istituto sono in territorio positivo.

Cercare le cause di questo fenomeno non è semplice tuttavia un indiziato c’è: la moneta. L’inondazione di liquidità con la quale le banche centrali di tutto il mondo hanno risposto alle ondate di crisi verificatesi dal 2008 ad oggi ha avuto come effetto quello di spingere verso l’alto i prezzi, indiscriminatamente.

In un mondo dove “tutto sale” non si vive bene. L’instaurarsi di una correlazione positiva tra i vari mercati va ad intaccare una delle principali regole di buona gestione di un portafoglio, la diversificazione. Se vogliamo il paradosso è che pur in presenza di una minore volatilità generale (data dall’effetto anestetico della politica monetaria espansiva), la teoria ci dice che i portafogli diventano più rischiosi se esiste correlazione positiva (ossia la capacità di muoversi nella stessa direzione) tra tutte le attività presenti.

Una chiara situazione di disequilibrio che, prima o poi, è destinata a saltare.

Fonte dati: CreditSignts – Fonte notizia: Bloomberg

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