L’inflazione rimane anemica, la moneta non basta

Il dato sull’inflazione a giugno nell’eurozona segna un +0,5%,  stabile rispetto a maggio. Se in Germania i prezzi al dettaglio crescono toccando il+1% su base annua, in Italia (ma non solo in Italia) l’indice scende ai livelli più bassi dal 2009 ad oggi.

Il dato risulta molto interessante per capire esattamente come sta andando l’economia reale. L’indice core, che esclude la parte più volatile del paniere di prezzi (alimentari, alcolici, tabacchi..) segna un +0.8% su base annua, in aumento rispetto a maggio (+0,7%).

Dati ancora lontani dal target BCE (zona 2%) e che mantengono l’economia della zona euro in quella “zona di pericolo”, come l’ha definita il governatore Draghi, per uscire dalla quale poco sembra fare una politica monetaria ultra espansiva.

L’Eurotower ci informa che i prestiti ad aziende e famiglie si sono ridotti del 2% su base annua (stabili nel confronto con Aprile), vedremo nelle prossime rilevazioni se le ultime mosse di Draghi daranno maggior spazio al credito.

Resta sullo sfondo, per molti paesi dell’eurozona, una scarsa fiducia da parte dei consumatori che tendono così a rimandare il più possibile gli acquisti differibili e a limitare al massimo gli indifferibili. Prova ne è la performance dei prezzi del settore alimentare che, in Italia, scivolano ai livelli del 1997 (17 anni fa).

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